Protesta per il parcheggio davanti al cimitero trasformato in pista da motocross: preso a pugni e calci dai baby centauri

Protesta per il parcheggio davanti al cimitero trasformato in pista da motocross: preso a pugni e calci dai baby centauri
Protesta per il parcheggio davanti al cimitero trasformato in pista da motocross: preso a pugni e calci dai baby centauri
di Stefano Rispoli
4 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Aprile 2022, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 08:20

ANCONA - Il rombo dei motori fino a tarda sera era diventato una costante, soprattutto nel weekend. Così, dopo notti passate in bianco, con l’incubo poi di doversi svegliare all’alba per andare al lavoro, ha spinto un 62enne ad affrontare di persona i baby centauri. Sabato pomeriggio, quando ha visto che per l’ennesima volta il parcheggio di fronte al cimitero di Tavernelle era stato trasformato in una pista da motocross, si è presentato di persona per redarguire quei giovani con la passione per le evoluzione.

Parcheggia l’auto e mette in trappola l’ex e altri due: denunciato dalla donna ma anche dalla madre e dal compagno di lei

Li ha invitati ad andare da un’altra parte, ma in un attimo il confronto è degenerato.

Sono volati ceffoni, pugni, calci: l’uomo si è ritrovato a terra, circondato da tre adolescenti che l’hanno pestato e mandato all’ospedale. 

La ricostruzione 

È di 7 giorni la prognosi iniziale con cui il 62enne anconetano è stato dimesso dal Pronto soccorso di Torrette. «Se prima non dormivo per il rumore dei motori, adesso non chiudo occhio per il dolore», racconta. Ha pagato così il tentativo di farsi giustizia da sé. «Da tre anni segnalo questa situazione alle forze dell’ordine, ma nessuno si degna di intervenire - spiega -. Alla fine non ce l’ho fatta più. Venerdì il solito folto gruppo di ragazzini ha continuano a sgommare e fare impennate con scooter super truccati e moto da cross, ma c’era pure qualcuno in auto. Un rumore infernale, dormire era impossibile. Il giorno dopo si sono ripresentati per fare le loro gare, così ho deciso di andare a parlarci di persona». Non l’avesse mai fatto. Come si è fatto avanti per chiedere un chiarimento, è stato assalito verbalmente. «Subito mi hanno detto: “È pomeriggio, siamo liberi di fare quello che vogliamo”. E hanno aggiunto che sono minorenni, quindi non potevo fargli niente». 

L’aggressione

In un attimo la scintilla della provocazione ha fatto deflagrare il faccia a faccia. Sono partiti spintoni, schiaffi. Il 62enne è caduto a terra. «In tre mi hanno riempito di pugni e calci - racconta -. Uno di loro, che poi ho scoperto avere 15 anni, quando ha capito che stavo per contattare il 112, mi ha detto: “Adesso chiamo mio padre che ti mena”. E poco dopo, infatti, è arrivato. Per fortuna con lui c’era la moglie che l’ha trattenuto: invece di prendere le mie difese e rimproverare il figlio, continuava a minacciarmi e insultarmi. Roba da pazzi». Nel frattempo nel parcheggio del cimitero sono arrivate le volanti. I poliziotti hanno provveduto a dividere i contendenti e a riportare alla calma quella situazione esplosiva, ascoltando le versioni delle parti coinvolte nella zuffa. Il 62enne è stato accompagnato al Pronto soccorso per un controllo: è stato dimesso con una prognosi iniziale di 7 giorni per un trauma alla mano e contusioni alle gambe e al costato. 

Le accuse

Anche uno dei ragazzini coinvolti si è poi presentato all’ospedale, lamentando giramenti di testa: tramite i genitori avrebbe sporto denuncia, sostenendo di essere stato aggredito. Ora partirà la contro-denuncia da parte del 62enne, che è stato già ascoltato in questura. «Da tempo - dice - questo parcheggio è diventato un punto di raduno per ragazzini che si divertono a fare gare con le motociclette, ma anche con le auto: ma questa non è una pista e c’è gente che la notte vuole dormire perché la mattina deve alzarsi all’alba per lavorare». 
Anche durante il lockdown, in piena zona rossa, i baby centauri si presentavano in sella alle loro due ruote per cimentarsi in impennate, corse a tutta velocità ed evoluzioni da brividi all’interno di un parcheggio che spesso è deserto e, per questo, viene tramutato in un circuito senza regole. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA