La disperazione della mamma davanti al figlio morto: «Ridatemi il mio Michele, amore della mia vita»

La disperazione sul luogo della tragedia
La disperazione sul luogo della tragedia
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 9 Dicembre 2020, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 08:13

ANCONA - Urla infinite di dolore e lacrime che non smettono di scendere. Per tutto il tempo dei rilievi dei carabinieri non ha mai distolto lo sguardo dal lenzuolo bianco che copriva il corpo senza vita del figlio Michele. Seduta pochi metri vicino al cadavere, con lo sguardo distrutto dalla costernazione e dalla sofferenza, il pensiero di mamma Patrizia deve essere andato al “perché” possa essere accaduto una tragedia simile, proprio a due passi da casa sua. E per giunta, causata da un ragazzo che il 26enne Michele conosceva bene. 

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La disperazione
«Mi ha levato un figlio, un figlio. Con il coltello. Dovevate andare ieri sera (lunedì, ndr) a casa di Mattia» ha urlato la mamma della vittima, riferendosi all’episodio avvenuto il giorno prima della tragedia, quando il presunto killer si era presentato sotto l’abitazione della famiglia Martedì per avere un confronto con Michele, non trovato in casa. Sul posto, visto l’atteggiamento aggressivo di Mattia Rossetti, erano dovute intervenire le Volanti della questura. «Rivoglio Michele, la cosa più importante della vita», ha continuato a urlare tra le lacrime Patrizia, madre di altri due figli.

Grida strazianti, che hanno tolto il respiro in uno scenario di disperazione. E ancora: «Aveva tutta la vita davanti, amore di mamma». Il nome di Michele è risuonato più volte come una tragica eco lungo la stradina sterrata che dà l’accesso a via Maggini 204 e alla schiera di villette di via De Dominicis, strada residenziale che porta verso le Palombare. 


Anche il padre di Michele, Fabrizio, si è accasciato disperato vicino al corpo senza vita del figlio. Le carezze sul viso del figlio, poi le lacrime. Nel primissimo pomeriggio, vista la situazione di choc, è arrivata anche l’automedica del 118 per valutare le condizioni dei familiari della vittima. Prostrazione, dolore, smarrimento e incredulità sono i sentimenti che hanno guidato il via vai continuo degli amici di Michele, arrivati per farsi forza, scambiare un abbraccio in un momento così drammatico e cercare di capire l’origine di un delitto così efferato. Un vicino di casa, nonché amico della vittima, appena arrivato sulla stradina di via Maggini è scoppiato in un pianto a dirotto. Impossibile pensare alla morte del parrucchiere 26enne, dalla battuta sempre pronta e dal sorriso contagioso, inseparabile e dal suo cane e con la passione per il calcio a cinque. «Ditemi che è uno scherzo, chi mi ridarà Michi?». Un altro amico, si è avvicinato a un carabiniere per chiedere di Mattia: «Lo dovevate fermare ieri, ma come si fa? Lo avete già preso, vero?». Era stato già ammanettato dai carabinieri e portato alla caserma della Montagnola. 

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