Ancona, Per la Mole ci sono 3 milioni del Pnrr: «Ora è un polo culturale nazionale»

Ancona, Per la Mole ci sono 3 milioni del Pnrr: «Ora è un polo culturale nazionale»
Ancona, Per la Mole ci sono 3 milioni del Pnrr: «Ora è un polo culturale nazionale»
di Maria Cristina Benedetti
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Venerdì 4 Novembre 2022, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 15:10

ANCONA- Parte da un assunto, Paolo Marasca. «Finalmente, Ancona ha smesso di chiedersi che fare di un monumento straordinario e può godere di un indotto e di una visibilità importanti». L’assessore dorico alla Cultura annuncia i 3 milioni del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, destinati alla Mole e ristabilisce i contorni del bel pentagono del Vanvitelli. «È un polo culturale nazionale». Riavvolge il nastro: «A partire dal 2016 - ricorda - ha vissuto una crescita esponenziale, assumendo una chiara identità agli occhi del resto del Paese». Una qualità esaltata dai numeri: 200mila visitatori e 20 festival all’anno, 14 mostre d’interesse nazionale e internazionale allestite dal 2016. Rispedisce al mittente, Marasca, le accuse di chi ritiene che quel luogo sia sfruttato solo come un contenitore. Niente affatto. «È un soggetto che, dopo aver smesso di programmare un po’ di tutto, si occupa dei linguaggi del contemporaneo, e offre possibilità alle giovani generazioni. Questa è la Mole oggi».

La delibera

Da qui in poi l’assessore coniuga la narrazione al futuro.

Premette: «Una delibera di giunta, approvata nei giorni scorsi, specifica le priorità ai Lavori pubblici, già impegnati nella conclusione del cantiere dell’ala nuova dopo uno stop recente». Su Facebook, la sindaca Valeria Mancinelli rilancia: «Per far usare gli spazi più facilmente a chi fa cultura; per renderli accessibili a tutti; per continuare a farla crescere nella classifica dei poli italiani; per unirla meglio al centro cittadino; per una sempre maggiore sostenibilità ambientale ed economica. Ecco come abbiamo deciso di usare i 3 milioni ministeriali che abbiamo vinto per la Mole». E via con l’ordine delle precedenze. «Al primo posto - torna a dire Marasca - c’è la realizzazione del nuovo ponte verso il Rivellino, per sostituire quello attuale. Un intervento doveroso». Seguono: un ascensore accanto alle scale che la collegano a via XXIX Settembre, la pavimentazione di alcune aree, l’agibilità definitiva per il pubblico spettacolo delle sale, i servizi igienici nella zona esterna del canalone, la creazione di un blocco-mostre unico di circa 4mila metri quadrati su due livelli, un nuovo spazio-deposito, interventi per l’efficientamento energetico e la sostenibilità. Imprime il ritmo del fare: «Sono opere che realizzeremo in fretta». Definisce il metodo che sottende all’urgenza: «Abbiamo incontrato gli operatori che lì lavorano in maniera più consistente, abbiamo raccolto i loro feedback e su questi costruito un indirizzo gestionale». La sua liturgia: «L’obiettivo è consacrarne il rilievo nazionale e non tornare più indietro. Mai». Nulla di improvvisato per l’assessore. «Tutto questo - tira le fila del ragionamento - è cominciato con il Piano strategico, in risposta al desiderio delle cittadine e dei cittadini che ci dissero: la Mole deve avere un ruolo maggiore in Italia. Ora lo ha». Il suo è un progredire, convinto: «I lavori progettati vanno in questa direzione».

La somma

Come fossero tasselli di un prezioso mosaico, le risorse destinate al Lazzaretto sono un sottoinsieme dei 12 milioni ottenuti per i luoghi della cultura, inclusi la nuova Biblioteca e i Musei Civici. «Quello che dobbiamo tenere a mente - conclude Marasca - è che questo denaro serve alle persone per fare cose. La nostra premura è mettere chi fa cultura nella condizione di farla bene, e di conseguenza di far crescere la città». Altro che contenitori.

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