Michele massacrato da dieci coltellate. Era a terra e il killer continuava a colpire

Michele massacrato da dieci coltellate. Era a terra e il killer continuava a colpire
Michele massacrato da dieci coltellate. Era a terra e il killer continuava a colpire
di Federica Serfilippi
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Venerdì 11 Dicembre 2020, 06:50

ANCONA - Una pianificazione lucida e fredda, maturata nel tempo, ma concretizzatasi solo la mattina dell’Immacolata quando la stradina sterrata di via Maggini 204 si è macchiata del sangue del 26enne Michele Martedì, ucciso a coltellate mentre tornava a casa per pranzo. Un agguato premeditato quello messo in atto da Mattia Rossetti. 

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Ne sono convinti i carabinieri del Norm e del Nucleo Investigativo, coordinati dal pm Irene Bilotta, che dal giorno della tragedia stanno cercando di mettere insieme, uno dopo l’altro, i pezzi che hanno composto il puzzle di rabbia e rancore che avrebbe spinto Rossetti a uccidere quell’amico a cui imputava i suoi fallimenti, tra cui la relazione avuta in passato con una ragazza.

L’intenzione di vendicarsi di Michele, stando a quanto emerso dai risvolti investigativi, era stata in qualche modo anticipata dall’indagato prima del tragico martedì.

Attraverso le minacce social al diretto interessato e gli avvertimenti fatti agli amici. Era insomma risaputo che Michele era ormai diventato una sorta di ossessione per Mattia, tanto che la procura ha contestato tra gli aggravanti dell’omicidio volontario lo stalking. Mai nessuno, però, si sarebbe immaginato un epilogo così drammatico. La premeditazione sta, secondo la procura, nel fatto che anche lunedì pomeriggio Rossetti (che durante l’interrogatorio ha detto di non aver assunto droghe poco prima del delitto) era andato alla ricerca forsennata dall’ex compagno di scuola. 

Si era spinto fino al Pinocchio. La polizia, allertata dalla madre dell’indagato che temeva potesse accadere qualcosa di nefasto, era piombata a casa del giovane parrucchiere, in quel momento non presente, per avvertire di un imminente e in quel momento presunto pericolo. Forse, ma questa è un’ipotesi, aveva già in mente di uccidere Michele quel giorno. Probabile che il coltello a serramanico dalla lama di dieci centimetri lo avesse già con sé. Il piano omicida s’è concretizzato poi neanche ventiquattr’ore dopo con l’agguato a ridosso dell’ora di pranzo. C’è poi il capitolo fuga: nei giorni precedenti al delitto sembra che Mattia avesse cercato informazioni – anche attraverso agenzie di viaggio - per un eventuale trasferimento all’estero, in Inghilterra. Da lì, ma su questo stanno cercando di fare chiarezza gli investigatori, pare volesse raggiungere un paese dell’America Latina, dove non è prevista l’estradizione. 

Tutto, comunque, è rimasto sul piano della mera teoria fatta di pensieri contorti. Anche perché Rossetti si è fermato a poche centinaia di metri dalla scena del crimine, pensando forse di trovare un porto sicuro nell’appartamento di un vecchio conoscente. C’era già stato il giorno prima del delitto e anche in quell’occasione avrebbe manifestato la volontà di farla pagare a Michele. Oltre allo stalking e alla premeditazione, la procura contesta altre due aggravanti: i futili motivi e la crudeltà. Mattia, stando alla pubblica accusa, avrebbe colpito l’amico quando questo era caduto a terra, ormai quasi esanime sotto i colpi del coltello. Ieri pomeriggio, l’autopsia all’ospedale di Torrette per mano del professor Adriano Tagliabracci. Sono stati conteggiati dieci fendenti. Un colpo al collo (con la punta del coltello), tre alle braccia e i restanti sul torace. La morte è sopraggiunta in pochi istanti per emorragia, causa diretta di una delle coltellate inferte al tronco che ha leso gli organi vitali interni. 

Questa mattina ci sarà l’udienza di convalida dell’arresto in carcere di fronte al gip Sonia Piermartini. Previsti anche negli uffici della procura due affidamenti tecnici: uno all’analista forense Luca Russo per scandagliare i dispositivi elettronici sequestrati all’indagato. L’altro allo psichiatra Marco Ricci Messori per valutare la capacità di intendere e di volere di Mattia, conosciuto al Centro di Salute Mentale e sottoposto in passato a una cura farmacologia. Una volta terminata avrebbe avuto sedute saltuarie con uno psicanalista. 

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