Nuovo mercato delle Erbe, ci siamo: «Pronti 5,3 milioni». Ecco i tempi per il maxi restyling

La facciata del mercato delle Erbe nel rendering
La facciata del mercato delle Erbe nel rendering
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 27 Ottobre 2022, 04:25

ANCONA - Come un tempio delle microstorie, che si spalanca sulla città. Una piazza condivisa. Nel ferro e nella ghisa della bella struttura liberty del Mercato delle Erbe si staglia un altro pezzo di futuro dorico: un’opera di riqualificazione da 5,3 milioni, che scatterà il prossimo luglio e terminerà a marzo del 2026. Valeria Mancinelli plasma quel segno distintivo dell’identità cittadina.

«Martedì in giunta sono passate le linee guida, frutto di una compartecipazione». Ripassa i passaggi-chiave: «Insieme a quello di piazza d’Armi è uno dei capisaldi del Piano strategico. A questo punto abbiamo la certezza del finanziamento, e la fase in cui ci troviamo ha già visto il coinvolgimento di tutti gli operatori, oltre che delle associazioni di categoria». Il sindaco antepone il principio della collaborazione ai tecnicismi. «È un gran bel monumento, ma è anche un luogo dove le persone lavorano. Dovrà essere bello e funzionale». Arriva all’essenza del ragionamento: «È una questione di rispetto». 
Da questo punto in poi la filosofia dell’utile&bello lascia campo libero a cifre e cronoprogramma. «La riqualificazione - ribadisce - dispone di 5,3 milioni, provenienti da un finanziamento concesso dal ministero dell’Interno nell’ambito delle risorse Pnrr». Ed è proprio la natura dei fondi a sollevare le sponde temporali entro le quali muoversi. Pena la perdita di quel tesoretto. I dettami del Piano nazionale di ripresa e resilienza non concedono appello: si dovrà andare a gara entro marzo 2023 per affidare i lavori, che dovranno partire da luglio, quindi chiudere e rendicontare entro il 2026. «Per cui - riprende il filo la Mancinelli - entro la fine dell’anno dev’esserci il progetto definitivo, che richiede l’assenso della sovrintendenza». Dà la misura dello stato d’avanzamento. «Abbiamo già assegnato le postazioni e stabilito dove piazzare le spine dei frigoriferi». I dettagli dell’opera sono talmente minuziosi da renderla, nella sostanza, definitiva. «La facciata resta com’è, l’interno, l’intelaiatura sarà riorganizzata». Pierpaolo Sediari spiega come e perché: «Deve essere creata una piazza coperta, che consenta lo svolgimento del mercato, al piano terra, e di altre attività commerciali e di ristorazione, in quello superiore. Infine, di manifestazioni nella parte inferiore della struttura quando il mercato è chiuso». Da vicesindaco e assessore al Commercio evidenzia un particolare: «Molto importante in questo senso è stata l’approvazione, nel 2017, di una variante che aumenta la disponibilità di spazi al primo piano». Sarà un modello di gestione mista: il centro dell’agorà si libererà all’occorrenza per ospitare eventi. Declinazioni delle microstorie. 
Imprime il ritmo e ci mette il sigillo, Ida Simonella: «Così si consolida uno dei pilastri, che era rimasto in sospeso nel piano complessivo da mare a mare.

Insieme col Palaveneto, la Biblioteca Benincasa, la Pinacoteca e la Mole, il Mercato delle Erbe è un pezzo del Piano di rigenerazione urbana che abbiamo presentato e che ci ha fatto ottenere 20 milioni di finanziamenti». Parla soprattutto da assessore al Bilancio. «Il Comune – rilancia - è impegnato con altri fondi sul fronte di quello del Piano». Scorre le immagini della planimetria, Paolo Manarini, delega ai Lavori pubblici. Si sofferma sulla nuvola di punti elaborata dalla Politecnica. «È il rilievo puntuale dell’intera struttura ed è stata eseguita anche la verifica di vulnerabilità sismica, da cui è emerso che non sono necessari interventi strutturali rilevanti». Il suo vanto: «Il nostro Piano di rigenerazione è tra i pochi ammessi a finanziamento in Italia». Il suo impegno: «Sarà una cantierizzazione parziale che consentirà agli operatori di restare durante i lavori». Il mercato non chiuderà. Mai.

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