Mazzette per ottenere le visure sottobanco. Condannato lo spione dei detective privati

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona
di Federica Serfilippi
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Sabato 16 Luglio 2022, 06:20

ANCONA  - Soldi al dipendente della Camera di Commercio per ottenere in tempi rapidi le visure richieste: condannato un consulente informatico di Roma. Otto mesi la pena stabilita in abbreviato dal gup Alberto Pallucchini per corruzione di persona incaricata di pubblico servizio e concorso in accesso abusivo al sistema informatico.

La condanna

La condanna per l’imputato, 65enne attualmente recluso in carcere e difeso dall’avvocato Elena Martini, è stata emessa in continuazione ad altre sentenze (superiori ai quattro anni) che il consulente sta scontando per reati analoghi e facenti riferimento a fatti avvenuti nel Lazio.  Per alcune contestazioni (partivano dal 2012 e arrivavano al 2016) è stata dichiarata dal giudice la prescrizione.

Il dipendente pubblico, ormai in pensione, ha già definito la sua posizione: lo scorso dicembre ha patteggiato un anno e otto mesi, pena sospesa, per le stesse contestazioni attribuite dalla procura al consulente informatico.

L’ex impiegato aveva risarcito, prima del processo, la Camera di Commercio con 10mila euro, soldi in parte derivati dalla contestata compravendita delle visure. Il costo per una singola richiesta? Dai 70 centesimi ai due euro. I termini dell’accusa: l’impiegato avrebbe più volte consultato in maniera illecita la banca dati della Camera di Commercio per fornire al consulente le generalità di oltre 6mila persone. In alcuni casi, questo ha ricostruito la Guardia di Finanza, il consulente romano avrebbe chiesto le visure come intermediario di società di investigazione privata o legate a servizi di consulenza creditizia. Sarebbero state rilasciate generalità complete, codici fiscali e dati patrimoniali. Pur trattando fatti lontani nel tempo, l’inchiesta è esplosa tra il 2018 e il 2019 dopo un lungo iter investigativo portato avanti dalla Guardia di Finanza di Roma. Il nucleo originario dell’indagine partiva infatti dalla Capitale, con una sfilza di indagati attorno al business delle visure camerali vendute in maniera illecita. 

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