ANCONA - A confermare i sospetti sul fatto che nel centro massaggi orientale i clienti non ricevevano solo trattamenti decontratturanti è stato un manager che davanti al giudice ha ammesso di aver pagato 70 euro per un servizio “completo” da parte di un’avvenente ragazza in guepiere. D’altronde, era stata la stessa titolare, una 48enne cinese a processo per sfruttamento della prostituzione, ad ammettere ingenuamente al carabiniere che si era finto cliente, il 30 dicembre 2015, che «qui noi lavoriamo di mano». Cosa intendesse dire non si sa, anche perché ora è irreperibile. Ma gli investigatori non hanno dubbi sul fatto che il centro relax di Falconara, che all’epoca richiamava ogni giorno sotto la galleria pedonale di via Bixio decine di uomini disposti a pagare fior di quattrini per un massaggio con finale a sorpresa (si fa per dire), fosse in realtà un locale a luci rosse. Ieri in tribunale, oltre al manager, ha testimoniato anche il tenente della stazione di Falconara che alla vigilia del Capodanno 2016 si presentò nel centro, fingendosi cliente, e alzò il velo sui trattamenti hard che venivano proposti da giovani cinesi in indumenti intimi, pronte a offrire “happy ending” in cambio di un “extra”.
Le tariffe
La stessa titolare, ha ricordato il carabiniere, mostrò le tariffe: quelle per massaggi abituali e quelle per finali piccanti.