Marina Dorica, giù le serrande. Delusi gli operatori commerciali: «Meglio fermarsi, non vale la pena restare aperti solo per l’asporto»

Marina Dorica, giù le serrande. Delusi gli operatori commerciali: «Meglio fermarsi, non vale la pena restare aperti solo per l’asporto»
Marina Dorica, giù le serrande. ​Delusi gli operatori commerciali: «Meglio fermarsi, non vale la pena restare aperti solo per l’asporto»
di Andrea Maccarone
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Sabato 21 Novembre 2020, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 11:47

ANCONA  - Doccia fredda per Marinadorica. L’estensione del provvedimento che prevede la riapertura di ristoranti e bar nelle aree portuali non vale per i porti turistici. Dilaga l’amarezza tra gli operatori che per un attimo avevano sperato di poter tornare in attività. Martedì i ministeri di Salute e Trasporti hanno siglato l’ordinanza per la riapertura delle attività di somministrazione nelle aree portuali.

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Una notizia che ha subito mosso un certo entusiasmo tra i tanti operatori le cui attività insistono nelle aree citate dal documento. Ma ha lasciato un dubbio tra i ristoratori del porto turistico anconetano. Interrogativo risolto, purtroppo in senso negativo per gli operatori, dal direttore di Marinadorica Leonardo Zuccaro: «la Prefettura ci ha confermato che il provvedimento non riguarda le attività inserite nei porti turistici – spiega – bensì solo quelle site all’interno dei porti commerciali, per servire i passeggeri delle navi in arrivo o in partenza e i lavoratori dei cantieri». 

Resta comunque da chiarire se, a questo punto, i ristoranti possano servire anche normali clienti e non solo chi transita per motivi di lavoro o spostamento all’interno del porto.

In ogni caso c’è chi in città può rallegrarsi. Altri, invece, accusano una delusione ancora maggiore, perché per un attimo hanno creduto di poter tornare ad accendere i fornelli. La delusione «Una bruttissima notizia – dice Michele Papa, gestore del ristorante La Lega Navale – speravamo di poter salvare almeno il Natale, e invece niente da fare. A questo punto credo che terrò chiuso del tutto, non vale la pena lavorare con l’asporto». Amarezza profonda per una norma che, secondo i ristoratori, poteva essere estesa anche ai porti turistici. «Siamo pieni di cantieri qua intorno – continua Papa – ogni giorno i dipendenti venivano qua a pranzo. Dunque potevamo essere compresi anche noi tra quelle attività portuali che forniscono un servizio ai lavoratori delle aziende di questa parte di città». Una misura ancora più dura da accettare, dopo aver assaporato per un istante la possibilità di un ritorno al lavoro. 


«Non resta che farsene una ragione - afferma rassegnato Francesco Pazzaglia della pizzeria Desiderio al Molo 71 – anche noi resteremo chiusi a Marinadorica. Proseguiremo con l’asporto nel ristorante di via Maggini». L’altro fronte Poi c’è l’altro fronte del porto, quello commerciale. Sbarchi e imbarchi, anche se pochi. E un tenue via-vai di tir. La misura estensiva è stata presa proprio per dare un servizio a chi si trova in movimento dentro queste aree. 

«Siamo di nuovo aperti – dice Marinella Manganelli del ristorante La Bitta – ma ancora poca gente lo sa: diamo un servizio alle persone che lavorano qui al porto». Ma sull’orario di chiusura? «Ci stiamo informando – continua Manganelli – ma se siamo parametrati agli autogrill, allora potremmo stare aperti fino alle 22». Altro dubbio: i cittadini possono usufruire del servizio? «Non possiamo mica chiedere i documenti ai clienti» chiosa la ristoratrice.

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