ANCONA - Il mare picchia duro. Di questo passo le spiagge di Portonovo rischiano di essere sempre più esigue ed il muro di contenimento del Fortino, già crollato per circa la metà, di sprofondare ancora e causare ulteriori danni alla staticità della struttura. Il mare fa paura nella baia, ed anche a Mezzavalle dove i marosi scavano a ridosso della friabile falesia creando i presupposti per successive frane e smottamenti, alimentato da un vento che domani, a detta degli esperti, dovrebbe ancora alimentare di più la forza delle onde.
In questi giorni il mare ha raggiunto forza 7 e le onde hanno superato di parecchio i due metri d’altezza ingrossate da un vento di greco-tramontana che sibila freddo nella baia.
Di questo passo la struttura, già debilitata dagli anni e dalle intemperie, rischia seriamente di cedere con pericoli per la pubblica incolumità. Ma è davanti al Fortino Napoleonico, subito dopo il ristorante Il Molo, che la situazione diventa sempre più difficile, se non drammatica. Metà abbondante della struttura è crollata qualche tempo fa ed ora anche la seconda parte è a rischio collasso. «Si sta verificando una situazione critica – racconta Eros Renzetti, gestore del Fortino-. Siamo a bagnomaria, con l’acqua che lambisce tutta la zona e con i danni che lievitano ogni giorno. E siamo solo ad inizio gennaio. Abbiamo già fatto una richiesta al Comune per un ripristino d’urgenza e cerchiamo la collaborazione anche della Regione Marche e del Parco del Conero per ottenere un ripascimento esaustivo in modo tale da eliminare i presupposti per nuovi crolli futuri».
Continua Renzetti: «Ma è dura combattere contro i problemi burocratici. Serve un intervento subito e pensare a come intervenire con il ripascimento ma le difficoltà non mancano e stiamo vivendo una situazione di stallo, con i vincoli che insistono in questa zona. Ma il mare non aspetta e continua a mangiarsi la battigia ed aggredire le mura già pericolanti». «A parole – prosegue il gestore del Fortino – abbiamo avuto supporto ed assicurazioni ma servono i fatti. Anche perché si tratta di interventi complessi e costosi e non vorremmo trovarci in estate in queste condizioni». Occorre fare un piano di intervento e soprattutto capire come intervenire e di chi è la competenza dei lavori da fare. «Non vorremmo trovarci – conclude accorato Renzetti –con il cerino in mano e dover provvedere da soli. Il nostro è un grido d’aiuto: speriamo che venga raccolto dalle istituzioni preposte».