Mamme in questura per denunciare
«Mio figlio vittima della baby gang»

Mamme in questura per denunciare «Mio figlio vittima della baby gang»
di Federica Serfilippi
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Giovedì 12 Settembre 2019, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 10:00
ANCONA - Troppa violenza gratuita per poter lasciar correre e fare finta di nulla. Non rimarranno senza conseguenze le aggressioni avvenute nel corso della Notte Bianca messe in atto da un gruppetto composto da almeno otto minorenni di età compresa tra i 14 e i 16 anni. I genitori delle giovani vittime finite al centro delle scorribande della baby gang andranno a denunciare nelle prossime ore quanto accaduto sabato scorso. I primi passi per mettere in moto le forze dell’ordine potrebbero essere compiuti già oggi, in questura. Nelle mani delle famiglie non ci sono solo le testimonianze dei ragazzini picchiati senza motivo, ma anche post e fotografie social che firmerebbero l’operato violento dei bulletti.

 

Ragazzini spietati, mossi solamente da un sentimento di ira e rabbia. Jeans strappati, cappellino, scarpe all’ultima moda, i bulletti sarebbero già stati identificati sui social proprio grazie allo sbandieramento dei graffi lasciati sul corpo delle loro vittime La prima “impresa” del branco è quella compiuta il 19 agosto lungo corso Garibaldi, quando un 15enne – che era in compagnia di alcuni amici – è stato aggredito con un pugno da un suo coetaneo. Il motivo? Non c’è. O meglio, il 15enne avrebbe avuto la colpa di guardare un componente della gang. La stessa scusa mossa durante la Notte Bianca. L’episodio più eclatante è quello capitato a una coppietta fidanzati che, attorno a mezzanotte, stava passeggiando per il porto. Uno sguardo di troppo avrebbe causato il pestaggio ai danni dei due innamorati.

Sono stati strattonati, buttati a terra e poi colpiti con calci e pugni. Il massacro è stato fermato solamente con l’arrivo di alcuni passanti. Un paio di ore prima, in corso Garibaldi, la gang aveva attaccato briga con un’altra comitiva, composta da cinque 15enni. Insulti, spintoni, provocazioni, ma per fortuna nulla di più. A fermare tutto prima che la situazione potesse degenerare era stato l’intervento di una mamma, una 38enne con un passato da karateka. La donna era corsa verso i due gruppetti, bloccando l’aggressione.
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