ANCONA «Litigavamo spesso, è vero, soprattutto per la gelosia reciproca. Ma non l’ho mai picchiata. Quei lividi su gambe e braccia della mia ex? È perché facevamo sesso spinto». Si è difeso così davanti al collegio penale il 39enne di origine ghanese, da tempo residente ad Ancona, accusato di aver perseguitato, maltrattato e tentato di uccidere per ben due volte l’ex fidanzata, una lauretana di 10 anni più giovane.
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Ieri, in aula, incalzato dal pm Ruggiero Dicuonzo, l’imputato ha ripercorso i due anni di quella relazione tormentata, fatta da momenti di serenità e attimi da incubo tra il 2016 e il 2018. Punto su punto, ha respinto le accuse mosse dalla procura e raccolte sul campo dagli investigatori della Squadra Mobile che, all’epoca, erano riusciti ad ottenere per il 39enne il divieto di avvicinamento alla vittima. «Può essere capitato – ha detto l’uomo, difeso dal legale Emanuele Senesi – che nelle litigate io l’abbia spinta, ma picchiata no». Agli atti, però, ci sono foto con la vittima piena di lividi. «È perché facevamo sesso spinto, nulla di più».
Ancona, accusato di maltrattamenti e violenza sessuale dalla ex: «Nessuno stupro, era sesso estremo»
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Giovedì 14 Novembre 2019, 02:25
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