ANCONA - Ancona calcistica si è riempita di tristezza, ieri mattina, dopo aver appreso della morte all’età di 86 anni di Benito Dubbini, ribattezzato “Strapazzò” per via della sua mole fisica – era alto un metro e novanta - che in non poche occasioni lo aveva reso “celebre”. Nato l’8 marzo del 1936, impiegato per anni come gruista al cantiere navale, aveva nel cuore la squadra biancorossa che ha seguito sin dagli anni ’50 in casa e in trasferta, nelle amichevoli e in allenamento, non facendo mai mancare il suo apporto.
Uomo verace e tutto d’un pezzo, di lui si ricordano anche i rapporti allacciati con alcuni calciatori, uno su tutti Felice Centofanti. Nel suo appartamento di via Marini, negli anni, ha creato un vero e proprio museo di maglie, cimeli, gagliardetti, sciarpe, ricordi e aneddoti. Se ne è andato martedì sera all’Inrca di Osimo, soffriva da un paio di anni di patologie che hanno finito per vincerlo dopo una strenua battaglia. Lo piangono la moglie Maria, i figli Fabrizio e Catia e tutta la città per quello che aveva saputo creare nel tempo. Non solo Ancona: Benito seguiva tutto il calcio dorico. I Portuali, sua squadra del cuore visto il legame lavorativo con il porto, il Piano San Lazzaro a piazza d’Armi, la Maggini e la Virtus a Vallemiano, ma anche il Città di Ancona di calcio a 5 lo vedeva presente ogni estate in piazza Pertini.
Ha tifato i dorici fino all’ultimo giorno, gioendo e soffrendo alla radio anche in questa stagione.