Minaccia il vicino senegalese: «Nero, ti faccio sparare dai miei amici napoletani». Finisce a processo

La polizia ha indagato sul caso
La polizia ha indagato sul caso
di Stefano Rispoli
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Martedì 25 Aprile 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 14:07

ANCONA -  «Negro di m... devi andare via da qui: faccio venire gli amici miei da Napoli che sparano a tutti, per loro non esistono grandi o bambini». Se l’intento era quello di costringere i vicini a cambiare casa, dopo tre anni di liti condominiali ci è riuscito. Ma adesso rischia di pagare un conto salato: il 45enne napoletano, infatti, è a processo per minacce aggravate dall’odio razziale.

E a nulla è valso il ritiro della querela, nel luglio 2018, concordata con la parte offesa - un 45enne senegalese che per un periodo ha vissuto con la moglie italiana e la loro bambina alle Grazie - perché poi avrebbe ripreso ad avere lo stesso atteggiamento intimidatorio e il reato è perseguibile d’ufficio, vista la componente aggravante.

Nella difficile convivenza condominiale, l’imputato non si sarebbe limitato agli insulti e alle minacce verbali. Un giorno avrebbe pure affisso un cartello sulla porta del vicino per invitarlo a tornarsene «nella giungla da dove vieni».

Si lamentava dei rumori che provenivano dall’appartamento accanto al suo, per questo perdeva facilmente la pazienza. Il senegalese, assistito dall’avvocato Andrea Reginelli, si è costituito parte civile dopo la querela sporta alla polizia nel maggio 2018. Ieri la moglie è stata ascoltata in tribunale come testimone, insieme ad una poliziotta che era intervenuta in un’occasione durante un’accesa lite. 


Quel giorno c’era anche la sorella dell’imputato, che era arrivata da Napoli con i suoi familiari per trovarlo e ieri è stata ascoltata dal giudice. In qualche modo ha ribaltato le accuse, sostenendo che il fratello, all’epoca dializzato, era stato insultato dai vicini con epiteti irripetibili e perfino minacciato di morte dal senegalese, con tanto di gesto del tagliagola. In quell’occasione era arrivata la polizia, l’imputato era stato interrogato, ma poi non aveva più sporto denuncia. Verrà ascoltato dal giudice, insieme ad altri testimoni, nell’udienza del prossimo 26 giugno. 

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