Lavori fantasma, chiesto il processo per 6. E il geometra Bonci ora vuole patteggiare

Lavori fantasma, chiesto il processo per 6. E il geometra Bonci ora vuole patteggiare
Lavori fantasma, chiesto il processo per 6. E il geometra Bonci ora vuole patteggiare
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 27 Agosto 2020, 06:35

ANCONA - Va verso il processo il geometra comunale che aveva “piacere di prendere un altro caffè”, come ammiccava in codice alludendo a regalie con i costruttori che facevano la fila nel suo ufficio per vedersi aggiudicare lavori aggirando i criteri di rotazione, in cambio di mazzette. La Procura dorica ne ha chiesto il rinvio a giudizio, insieme a cinque imprenditori che l’avrebbero foraggiato di tangenti (compreso un bagno extra lusso da quasi 30mila euro per il suo appartamento di via Crivelli) in cambio di appalti vantaggiosi. Ma è scontato che Simone Bonci, anconetano di 47 anni, chieda di patteggiare.


 
Magari confidando, per contenere la pena in termini accettabili, nell’attenuante specifica legata all’atteggiamento collaborativo tenuto con la Procura dopo l’arresto avvenuto il 7 novembre dell’anno scorso con l’operazione denominata Ghost Jobs, lavori fantasma. Perché l’indagine della Squadra Mobile guidata dal dottor Carlo Pinto ha svelato che svariati lavori di manutenzione e restyling assegnati dal Comune con affidamento diretto, proprio grazie ai buoni uffici del geometra Bonci, poi restavano sulla carta. Come si legge nel capo d’imputazione relativo al presunto rapporto di corruzione tra il tecnico comunale e l’imprenditore Tarcisio Molini, 65 anni di Cingoli, amministratore di fatto della Mafalda Costruzioni a cui Bonci, in cambio del bagno regalato e di oltre 3mila euro in contanti, fece avere affidamenti di lavori per 83.598 euro relativi alla manutenzione dei cimiteri comunali di Candia, Pietralacroce e Tavernelle. «Opere in realtà non realizzate o parzialmente eseguite e comunque liquidate per importi notevolmente superiori al valore reale di lavori», scrivono il procuratore aggiunto Valentina D’Agostino e il sostituto Ruggero Dicuonzo nella richiesta di rinvio a giudizio che sarà esaminata nell’udienza preliminare fissata dal giudice Francesca De Palma per il 2 novembre prossimo.

Bonci, intercettato a lungo anche con spycam nel suo ufficio, è imputato di vari episodi di corruzione aggravata per atti contrari ai doveri d’ufficio in concorso con cinque imprenditori. Quattro vennero arrestati con lui il 7 novembre: oltre a Molini, ci sono l’anconetano Francesco Tittarelli, 70 anni, socio accomandatario della ditta Tittarelli Francesco & C. (avrebbe gratificato Bonci con 3mila euro per un portone blindato); Carlo Palumbi, 68 anni, di Torricella Sicura (Teramo) che con la ditta Procaccia & C ha riqualificato i laghetti del Passetto recuperando il ribasso d’asta, secondo l’accusa, con l’assegnazione di ulteriori lavori sia al Passetto che al cimitero di Tavernelle, in cambio di mazzette per 8mila euro; Marco Duca, 51 anni, imprenditore di Cupramontana, a cui Bonci avrebbe facilitato l’affidamento di lavori per un sentiero pedonale e una recinzione al Passetto e per la manutenzione del cimitero del Pinocchio, contraccambiato con regali hi-tech come un iPhone Xr e una telecamera Osmo Pocket. Rischia un processo per corruzione anche un quinto imprenditore, Moreno Ficola, 59 anni di Porto Recanati, socio della ditta di costruzioni M.D.F., chiamato in causa proprio da Bonci, che nel primo interrogatorio dopo l’arresto raccontò di aver preso dall’imprenditore portorecanatese una tangente di 3mila euro per l’affidamento di lavori per 6mila euro, poi solo in parte realizzati.

Deriva da una confessione di Bonci anche l’ultimo capo d’imputazione, contestato solo al geometra, l’istigazione alla corruzione. Riguarda la proposta (poi respinta) rivolta a un ingegnere esterno del Comune di ottenere un incarico di progettazione da 15mila euro per nuovi loculi a Tavernelle in cambio di una tangente da 5mila euro. «Faremo ricorso a un rito alternativo - diceva ieri l’avvocato Riccardo Leonardi, che con la collega Lorenza Marasca assiste Bonci - tenendo conto dell’atteggiamento molto collaborativo tenuto dal nostro assistito sin dal primo interrogatorio. Ha confessato non solo gli episodi contestati nell’ordinanza cautelare, ma anche altri fatti, coinvolgendo imprenditori inizialmente non indagati». Bonci, subito sospeso dalle sue mansioni di geometra addetto al Servizio Manutenzioni, Frana e Protezione civile, dopo il carcere e i domiciliari è ora sottoposto a obbligo di dimora ad Ancona. Anche se ottenesse dalla Procura il via libera al patteggiamento, non eviterà il licenziamento.

Intanto è vicino al capolinea anche l’altro fascicolo d’indagine aperto dalla Procura di Ancona su episodi collaterali, emersi durante le intercettazioni a carico di Bonci.

Inizialmente erano una trentina gli indagati a piede libero - per ipotesi di reato non di corruzione ma di abuso d’ufficio, truffa e turbativa d’asta - tra cui 20 tra funzionari, tecnici del Comune e assessori comunali: Paolo Manarini dei Lavori Pubblici, l’unico ad aver subito una perquisizione, e in posizione assai più defilata il vicesindaco Pierpaolo Sediari (Commercio), Paolo Marasca (Cultura) e Stefano Foresi (Manutenzioni). La Procura, ricevute le ultime informative dagli investigatori, sta lavorando alle sue conclusioni e si annunciano svariate archiviazioni, tra cui si danno per scontate quanto meno quelle degli assessori Sediari, Marasca e Foresi, mentre le altre posizioni sono ancora da valutare.

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