Ancona, costruttore rivuole le mazzette
pagate nell'era di Tangentopoli

Ancona, costruttore rivuole le mazzette pagate nell'era di Tangentopoli
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Martedì 6 Dicembre 2016, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 09:48
ANCONA - L'era della Tangentopoli marchigiana, maturata negli anni Ottanta e deflagrata all'inizio dei Novanta, 'rivivè in una causa civile ancora pendente ad Ancona. Fu dovuto a concussione o corruzione quel giro di tangenti che le ditte sborsavano per lavori e maggiorazioni? Sono tesi contrapposte in un giudizio civile da 1,3 miliardi di lire (tangente da 200 milioni di lire, rivalutazioni, danno di immagine, mancato guadagno) avviato nel 1996 dal costruttore Giuseppe Lanari contro Luigi Ciarletta, all'epoca provveditore alle opere pubbliche marchigiane, poi deceduto, per vedersi restituire le 'mazzettè che fu costretto a pagare. La richiesta di risarcimento è stata definitivamente bocciata in appello, dopo un primo accoglimento per soli 10 mila euro in primo grado. L'istanza di revoca della vendita di un immobile a un familiare di Ciarletta, invece, è ancora in corso. Una storia infinita che ha origine tra il 1979 a il 1988, il periodo in cui si collocano appalti incriminati come quello per la costruzione della caserma della Polizia stradale di Macerata.

Ciarletta, difeso dall'avv. Riccardo Leonardi, venne condannato in appello a 5 anni e 4 mesi per concussione e corruzione ma la Cassazione annullò il verdetto per la prima accusa: i giudici ritennero illogico che l'imprenditore fosse 'forzatò a pagare ai funzionari il 20% del guadagno sulle maggiorazioni artefatte. Il processo non arrivò mai a conclusione perché Ciarletta morì. Lanari, però, avviò ugualmente la causa civile, ormai chiusa, ma anche l'azione per recuperare un immobile che inizialmente era stato bloccato all'ex provveditore ma poi liberato. Il giudizio ripreso nel 2015 si è però di nuovo arenato: il crac della Elle immobiliare Sas (impegnata a costruire case a Pietralacroce ad Ancona) ha causato ad aprile il fallimento di Giuseppe e Pietro Lanari, padre e figlio, assistiti dallo studio legale Alberto Lucchetti. Sarà il curatore fallimentare a decidere se proseguirlo
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