La beffa per gli anziani: il vecchio Inrca esplode di Covid, il nuovo nascerà soltanto tra due anni

Il cantiere del nuovo Inrca a Camerano
Il cantiere del nuovo Inrca a Camerano
di Stefano Rispoli
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Giovedì 25 Febbraio 2021, 02:25

ANCONA - Da un lato c’è l’Inrca che esplode di anziani malati di Covid. Dall’altro c’è il Tambroni, ospedale (mai) nato 16 anni fa e abbandonato per problemi strutturali. Al vertice del triangolo c’è il nuovo Inrca, quello che un giorno sorgerà ad Ancona Sud: sulla carta, doveva essere pronto a luglio, tra 5 mesi. Poi il Covid, i soliti intoppi burocratici ed ecco che il termine per la conclusione dei lavori è slittato di due anni: per l’inaugurazione della struttura da 316 posti letto dedicata agli anziani se ne riparlerà nel 2023. 


Sì, a pensarci bene è proprio una beffa. In piena emergenza sanitaria tocca rimpiangere il pensionato-fantasma di Posatora, piombato nel degrado più assoluto, e auspicare che i tempi per la nascita del nuovo ospedale si accorcino miracolosamente, anche se, quando verrà alla luce, il Covid (si spera) sarà ormai un ricordo. Nel frattempo l’Inrca, quello di via della Montagnola, sta esplodendo. I ricoverati alle prese con il Covid continuano a crescere: ieri hanno toccato quota 54, quattro in più rispetto a martedì, al netto di altri due decessi registrati al geriatrico. Hanno perso la battaglia contro il virus un anziano di 87 anni di Camerano e una donna di 77 anni della provincia di Caserta. Come denunciato dal Corriere Adriatico, la situazione nel punto di prima emergenza dell’Inrca è talmente critica che le ambulanze sono rimaste bloccate all’ingresso fino a un’ora e mezza per la carenza di posti letto. Medici e infermieri si sono visti costretti ad effettuare i primi trattamenti terapeutici all’interno delle stesse ambulanze: per la maggior parte dei casi, erano pazienti affetti da Covid, giusto per aggravare ulteriormente un quadro da allarme rosso che all’Inrca stanno fronteggiando con grande professionalità, ma anche con inevitabili difficoltà, nonostante l’ampliamento degli spazi dedicati ai contagiati. 
Fa rabbia pensare che tra soli 5 mesi si sarebbe potuto inaugurare il nuovo Inrca.
Adesso il cantiere ha ripreso a correre, come spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture, Francesco Baldelli: «Dopo diverse vicissitudini legate a ricorsi amministrativi e a fallimenti di alcune imprese, i lavori sono finalmente ripresi a pieno regime e stanno procedendo regolarmente.

Sono state completate tutte le opere di fondazione - aggiunge -, montati tutti i 279 isolatori sismici, completato il piano interrato. È in via di ultimazione il piano terra. Entro questa estate verrà infine completata la parte strutturale». La nuova Giunta regionale ha previsto nel bilancio 2021-2023 «un importante finanziamento pari a 7 milioni per permettere il completamento di alcuni spazi, previsti originariamente al grezzo, affinché vengano dedicati alle ulteriori degenze programmate per la nuova struttura ospedaliera, passate da 255 a 316 posti letto. È inoltre in corso di predisposizione una variante progettuale per recepire le recenti disposizioni introdotte dal Dl 34/2020 in merito alla separazione dei percorsi del pronto soccorso e a ulteriori posti letto per incrementare le dotazioni di terapia intensiva e semintensiva. Ciò permetterà - spiega Baldelli - di avere un ospedale completamente allineato anche con la più recente normativa, sismicamente sicuro e all’avanguardia. Una particolare attenzione è stata dedicata al malato in termini di sicurezza e di suo comfort e benessere». Il tasto dolente sono i tempi. «Il nuovo termine per la conclusione dei lavori, al netto di variabili non prevedibili, è previsto entro il 2023», conferma l’assessore. Dunque, due anni in più di attesa. 

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