Inrca, tutto esaurito: nuova area Covid al posto della Chirurgia. E a Torrette un ausiliario su due non si vaccina

All'Inrca i posti letto Covid non sono più sufficienti
All'Inrca i posti letto Covid non sono più sufficienti
di Stefano Rispoli
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Lunedì 18 Gennaio 2021, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 08:20

ANCONA - S’impenna la curva dei ricoveri, l’Inrca rischia di implodere. La direzione generale corre ai ripari: verrà attivata una seconda area Covid, smobilitando il reparto di Chirurgia. Tutti i pazienti ricoverati, una quindicina, verranno dirottati nella struttura gemella di Osimo.

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E inevitabilmente verrà rivisita l’intera programmazione degli interventi non differibili, mentre quelli non urgenti verranno rinviati.

Il trasferimento dei pazienti, molti dei quali in condizioni fragili, avverrà da oggi. Una extrema ratio giudicata indispensabile per accogliere i sempre più numerosi casi di Covid. 



La palazzina Persichetti, da mesi trasformata in un maxi reparto per i contagiati dal virus, non basta più. Restano pochissimi posti letto a disposizione. Ieri mattina erano 35 gli anziani ricoverati, saliti a 38 nel corso della giornata. «Il problema di fondo - spiega il direttore generale Gianni Genga - è l’aumento progressivo della curva dei ricoveri che impone l’attivazione di un’ulteriore area Covid: come prevede il piano pandemico regionale, verrà allestita nell’area chirurgica, che verrà accorpata in un reparto unico ad Osimo. Stiamo riprogrammando le attività sul versante dell’indifferibile da qui a una quindicina di giorni. Il personale sta dando il massimo, ma la pressione resta considerevole». Diciotto nuovi posti dedicati ai malati di Covid verranno dunque ricavati nella Chirurgia dell’Inrca, dove si sta valutando quanti pazienti spostare ad Osimo. «Una decisione dolorosa ma inevitabile», la definisce Genga, perché la quarantina di postazioni previste nella fase-1 non sono più sufficienti. Pesanti le ripercussioni sull’attività ordinaria che ha già subito un forte rallentamento a causa della pandemia. 
Ma non è l’unico problema a cui l’istituto geriatrico deve far fronte. L’altra emergenza è rappresentata da un focolaio scoppiato in Geriatria. Sono 6 i casi accertati di positività al Covid, tutti pazienti assistiti nel reparto, poi trasferiti nell’area dedicata. Nessun operatore sanitario, invece, è stato contagiato. La situazione ora è sotto controllo, ma sono in corso ripetute serie di tamponi per accertare che il virus, nel frattempo, non abbia infettato altri pazienti. 
Anche a Torrette la situazione è delicata: ieri erano 103 i ricoverati Covid. Anche 4 dei 45 ospiti della Residenza Conero, a seguito di un cluster Covid che ha coinvolto pure una quindicina di operatori, sono stati collocati nell’ospedale regionale, dove ieri è terminata la prima fase delle vaccinazioni: circa l’85% del personale si è vaccinato, 3.500 su un obiettivo di 4mila (inclusi specializzandi ed esterni). Oltre l’85% dei medici e il 75% degli infermieri si è sottoposto alla profilassi, mentre insufficiente è stata la risposta degli ausiliari: solo uno su due si è vaccinato. «Un problema etico-culturale che cerchiamo di superare con una massiccia campagna di sensibilizzazione», spiegano da Torrette. Oggi ci sarà il richiamo per i 38 volontari selezionati per il V-Day di dicembre. Poi si aspetta la seconda fornitura di vaccini per proseguire con la profilassi. Intanto, si continua ancora a morire. Hanno perso la battaglia contro il Covid 4 anziani: due anconetani (un 94enne e una 99enne) e due donne di Senigallia di 63 e 74 anni. 

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