ANCONA - Una settimana fa l’inizio della tempesta giudiziaria sulla messinscena vaccinale al centro Paolinelli della Baraccola. Cinquanta misure cautelari eseguite, una ventina di persone indagate a piede libero, una raffica di perquisizioni e il sequestro di 18mila euro, come presunto profitto dell’attività corruttiva.
Gli accertamenti
Nelle mani degli investigatori della Squadra Mobile sono finiti, oltre che a documenti, intercettazioni, filmati delle spycam installate all’hub, almeno una quarantina di dispositivi elettronici, appartenenti agli indagati, che dovranno essere analizzati. Un compendio probatorio che però potrebbe rappresentare solo la base di un’inchiesta destinata ad allargarsi, dato che ancora si cercano altri eventuali clienti no vax, procacciatori e chi era conoscenza del giro illecito contestato dalla procura. Certo è che l’infermiere 50enne Emanuele Luchetti, l’unico degli inquisiti ad essere finito in carcere, ha iniziato a collaborare con gli investigatori.
Il dito puntato
Sui 45 clienti che avrebbero artificiosamente ottenuto il Green Pass e sui cui pende l’obbligo di dimora o di presentazione alla pg: «Non esitano ad anteporre paure e convinzioni personali al rispetto di regole fondamentali per l’esistenza stessa della società, giungendo a corrompere, ad indurre alla falsificazione di atti pubblici, allo sperpero di denaro pubblico, incuranti degli sforzi e dei sacrifici che la collettività ha compiuto e tuttora compie in questo momento di crisi pandemia, senza il coraggio di determinarsi e palesarsi coerentemente alle proprie idee, ma ricorrendo ad espedienti illeciti, pagando per messinscene indegne e squallidi trucchi».
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