Incarico promesso a un ingegnere esterno. Appalti in Comune, altra accusa per Bonci

Incarico promesso a un ingegnere esterno. Appalti in Comune, altra accusa per Bonci
Incarico promesso a un ingegnere esterno. Appalti in Comune, altra accusa per Bonci
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Sabato 21 Marzo 2020, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 19:13

ANCONA  - Poco più di quattro mesi per cristallizzare i contorni dell’inchiesta e mettere nero su bianco l’avviso che porta il «sistemino Bonci», per citare il sindaco Mancinelli, più vicino al processo. Sono state chiuse nei giorni scorsi le indagini nate attorno ai presunti episodi corruttivi negli uffici comunali e giostrati, secondo la procura, dal geometra Simone Bonci e quattro imprenditori edili: Marco Duca, Francesco Tittarelli, Tarcisio Molini e Carlo Palumbi. 


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Tutti e cinque erano stati arrestati lo scorso 7 novembre dalla Squadra mobile e dalla polizia giudiziaria della Municipale con l’accusa di corruzione aggravata. A questo reato, nell’avviso di conclusione indagini, si è aggiunta solo una nuova contestazione, relativa a Bonci, nel frattempo passato dai domiciliari all’obbligo di dimora nel Comune di Ancona. Si tratta dell’istigazione alla corruzione: stando agli investigatori, il geometra (difesa Lorenza Marasca e Riccardo Leonardi) avrebbe promesso a un ingegnere esterno al Comune (indagato in un altro filone che non ha a che fare con la corruzione) l’affidamento di incarichi professionali per un valore di 15mila euro, in cambio di 5mila euro. 

Se non ci fosse stata l’emergenza Coronavirus a bloccare i tempi della giustizia, gli indagati avrebbero avuto venti giorni di tempo per decidere se sottoporsi a un interrogatorio o presentare memorie difensive. Prima della chiusura delle indagini, comunque, tutti e cinque avevano chiesto di interloquire con il procuratore aggiunto Valentina D’Agostino e il pm Ruggiero Dicuonzo. Bonci – all’epoca in servizio alla Direzione manutenzioni, frana e protezione civile del Comune - aveva fatto ammissioni di colpevolezza piuttosto esaurienti, tanto da aprire nuovi filoni investigativi. Gli altri, invece, avevano tracciato le linee di una possibile concussione. Gli episodi contestati riguardano un presunto sistema di do ut des, in cui Bonci avrebbe facilitato l’aggiudicazione delle opere pubbliche assegnate agli imprenditori (per la procura lavori non fatti, parzialmente eseguiti o pagati troppo rispetto al reale valore di mercato) per ottenere prodotti hi tech (Iphone, Osmo Pocket), l’installazione di una caldaia e il rifacimento del bagno di casa. 

Stando alle accuse, ci sarebbero stati anche scambi di denaro con alcuni indagati: mazzette del valore massimo di 8mila euro ciascuna. È questa la cifra che, stando alle contestazioni degli inquirenti, avrebbe versato Palumbi - l’amministratore di fatto della Procaccia srl - per accelerare la liquidazione di lavori già eseguiti e l’assegnazione di ulteriori. Nella lente della procura ci sono le due varianti che hanno fatto lievitare i costi per il restyling dei laghetti del Passetto, appalto del valore di 418.155mila euro (iva esclusa), ottenuto con un ribasso del 25,65%. 

In un capo d’imputazione viene tirato in ballo un quinto imprenditore, per cui si procede a parte e sempre per presunti episodi corruttivi: Bonci gli avrebbe affidato opere per 6mila euro riguardanti due tranche di lavori al cimitero di Montesicuro e per la procura parzialmente eseguiti.

In cambio, il geometra avrebbe ricevuto 3mila euro. 

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