Lotta alle malattie neuromuscolari, inaugurato il Centro Nemo a Torrette: «Una giornata storica»

Il taglio del nastro per il nuovo Centro Nemo a Torrette
Il taglio del nastro per il nuovo Centro Nemo a Torrette
di Maria Cristina Benedetti
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Venerdì 4 Marzo 2022, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 20:48

ANCONA - La materia dei sogni. Al quinto piano, corpo C dell’ospedale di Torrette, da ieri si tocca. Taglio del nastro, acqua benedetta e si spalanca la speranza degli spazi Nemo. Specializzato nella cura e nella ricerca per le malattie neurodegenerative e neuromuscolari, il nuovo centro dorico è il settimo in Italia. Sclerosi laterale amiotrofica, atrofia muscolare spinale e distrofie muscolari: sarà faro e àncora questo nucleo di scienza e di assistenza per una comunità di pazienti marchigiani di oltre mille tra bambini e adulti e per più di duemila delle regioni vicine.

Roberto Frullini, presidente della Fondazione Dante Paladini, a pochi centimetri dall’ingresso del nuovo reparto, è voce narrante. «Oggi siamo alla fine di un percorso lungo e adesso iniziamo a costruire».

Indica con gli occhi lo spazio che si apre davanti, luminoso, gli 880 metri quadrati che sono le fondamenta di quel progetto in cui ha creduto da sempre. Dodici posti letto per il ricovero, due per day hospital e ambulatori, una palestra riabilitativa e due sale comuni per la vita di relazione. Sarà Michela Coccia, fino allo scorso dicembre in azione nelle corsie degli Ospedali Riuniti, a dirigere il reparto. La squadra, di 30 e più professionisti, è già lì ed entro la fine del mese, per dirla con le parole del direttore amministrativo Antonello Maraldo, «si entrerà in partita». 


L’ocra dei campi di girasoli, il lilla della lavanda, l’azzurro del mare e il verde delle colline sono le sfumature che si susseguono nei corridoi, nelle camere. La sintesi di questa terra. «Una giornata storica», è il sigillo di Filippo Saltamartini. L’assessore alla Sanità riordina tappe ed emozioni: «A luglio 2021 avevamo messo il primo mattone e mi ero augurato che diventasse qualcosa di concreto: ci siamo. La sensibilità della Regione nei confronti della presa in carico delle malattie neuromuscolari costituisce un obiettivo ineludibile della nuova politica sanitaria». Sfiora anche lui la consistenza dei sogni. 


Musica di sottofondo e un videoclip, con immagini di vita e umanità, introducono, per voce di Maraldo, la batteria di ospiti. «Grazie agli operatori della nostra azienda ospedaliera per il gioco di squadra. Raggiungiamo un traguardo importante per i pazienti marchigiani e della costa adriatica che avranno a disposizione una struttura di eccellenza». La soddisfazione del direttore generale Michele Caporossi è subito azione. Dalla diagnosi, ai percorsi di cura e riabilitazione, ai controlli periodici: 14 le specialità cliniche che accompagneranno ogni fase della malattia, contribuendo, nel tempo, a ridurre la mobilità passiva. Si alza, in sala, la bandiera del patto stretto tra comunità dei pazienti, Regione, Ospedali Riuniti e Politecnica.

«Raccontare l’alleanza che genera risposte concrete per il bene comune significa celebrare la vita e la capacità di guardare al futuro - rimarca Alberto Fontana, presidente dei centri Nemo - Sono grato alle vostre istituzioni e alla comunità clinica e scientifica di questo territorio, per aver creduto, insieme a noi, nel sogno di poterne realizzare uno ad Ancona». Impossibile contenere il ricordo più struggente. La visione del neurologo marchigiano Dante Paladini, morto a 49 anni, prende vita qui, al quinto piano. «La collaborazione tra istituzioni ha consentito di concretizzare un progetto di grande importanza», è il principio che muove Gian Luca Gregori. Il rettore della Politecnica evidenzia i quattro punti cardine: integrazione, ricerca, concretezza e coinvolgimento. È subito oltre: «Dobbiamo investire nello studio e nella cura di queste patologie per dare risposte sempre più personalizzate ai 40mila pazienti neuromuscolari d’Italia». La materia dei sogni.

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