Ancona, imputata e vittima in niqab
Il presidente: «Scoprite la bocca»

Ancona, imputata e vittima in niqab Il presidente: «Scoprite la bocca»
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Giovedì 27 Aprile 2017, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 17:43
ANCONA - Due donne bengalesi, l'una imputata e l'altra parte offesa, hanno testimoniato in niqab (che al contrario del burka che copre interamente il viso, lascia invece scoperti gli occhi) in Tribunale ad Ancona, ma il presidente ha chiesto ad una di loro di scoprire almeno la bocca per far intendere le sue parole.
E’ successo in un processo per maltrattamenti del marito connazionale, fratello della coimputata, che sarebbero avvenuti tra il 2014 e il 2015. Le due donne si sono presentate in aula con l'intero corpo coperto dal vestiario e solo occhi e naso visibili mentre l'imputato ha presenziato con il copricapo indosso. «Rispettiamo le vostre usanze - ha detto il presidente del Tribunale Giovanni Spinosa all'imputata, che parlava un italiano molto stentato - ma deve scoprirsi la bocca perché altrimenti non si sente quello che dice». Per le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni, i giudici hanno condannato M. A., 30 anni, residente a Falconara Marittima, difeso dall'avv. Giacomo Girombelli, a un anno e otto mesi di carcere. L'uomo, così come la sorella imputata con lui, sono stati assolti invece dal reato di rapina. Il 7 marzo 2014 la donna presunta vittima e il marito, genitori di un figlio piccolo, avevano litigato: lei lavorava come badante e lui, appena arrivato in Italia, era disoccupato. L'uomo pretendeva soldi che la moglie non voleva dargli: forse per un malinteso, la donna credette che lui le avesse sottratto 100 euro. In aula la moglie ha fornito una versione diversa, ritrattando le accuse di rapina e anche quelle di lesioni a carico della cognata. 
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