Centinaia di scatoloni pronti per l'Ucraina, un tir non basta: «Adesso aiutateci a trovare i furgoni»

Centinaia di scatoloni pronti per l'Ucraina, un tir non basta: «Adesso aiutateci a trovare i furgoni»
Centinaia di scatoloni pronti per l'Ucraina, un tir non basta: «Adesso aiutateci a trovare i furgoni»
di Andrea Maccarone
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Domenica 6 Marzo 2022, 08:05

ANCONA - Un tir in arrivo domani per il trasporto dei beni di prima necessità alla frontiera polacca con l’Ucraina. Luogo di ritrovo: il punto di raccolta messo a disposizione dall’Associazione Vigili del Fuoco in congedo, a Torrette. Ma in realtà mancherebbe ancora la conferma ufficiale da parte del trasportatore che avrebbe messo a disposizione il mezzo e la guida.

La notizia, forse con un po’ d’eccesso di entusiasmo, si è sparsa velocemente rimbalzando tra le decine di volontari che da giorni lavorano giorno e sera per la raccolta dei beni di prima necessità da spedire nelle località di guerra. «Lunedì (domani per chi legge, ndr) avremo la conferma - dice Yaroslav, volontario della Comunità Ucraina delle Marche e referente per la zona di Falconara - ma con tutta la merce che abbiamo stivato non basterebbe neanche un tir, ce ne vorrebbero due». 

La logistica

Nell’enfasi del momento, la solidarietà dimostrata dai tanti cittadini italiani ha praticamente travolto la comunità ucraina locale.

Centinaia di scatoloni contenenti beni di ogni tipo sono stati consegnati ai vari referenti. Ma fin da subito è emerso il problema logistico che sta mettendo in crisi la catena umanitaria: mancano i mezzi per il trasporto. Alcuni cittadini ucraini sono riusciti a trovare il modo di farsi prestare dei furgoni, ma per riuscire ad essere tempestivi nell’invio delle merci ne occorrerebbero a decine. «Il vero aiuto adesso è trovare i furgoni per fare i viaggi fino alla frontiera ucraina - continua Yaroslav, che lancia un appello a chiunque fosse disponibile a mettere a disposizione uno o più mezzi di trasporto - ringraziamo di cuore tutti i cittadini italiani per averci donato quintali di beni. Però adesso dobbiamo capire come far arrivare tutta questa roba al confine». Altro problema, i costi del viaggio. I primi volontari partiti per la frontiera hanno calcolato una spesa media di circa mille euro per l’andata e il ritorno. «Per ora stiamo sostenendo noi questi costi, ma ci serve un aiuto anche su questo fronte» continua Yaroslav. 

Le iniziative

Intanto in tutta la provincia si moltiplicano le iniziative di solidarietà. Il Comune di Osimo e il Gruppo Astea hanno organizzato una raccolta di cibi e materiale di consumo. Su indicazione ndella Comunità Ucraina delle Marche, da domani a domenica prossima, dalle ore 9 alle 19, sarà aperto il magazzino Astea di via Guazzatore 163 per raccogliere cibi in scatola (non in vetro), vestiario e medicinali, come specificato nella lista diramata dalla Comunità Ucraina tramite la pagina Facebook. Mentre la Fondazione Bambozzi, che gestisce la casa di riposo a San Marco di Osimo, in segno di solidarietà e vicinanza con diverse proprie dipendenti di origini ucraine, ha deciso di allestire un punto di raccolta di beni, da inviare alla popolazione in guerra, nella chiesetta della casa di riposo in via Matteotti. La raccolta sarà operativa il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 14 alle 18. 

Gli arrivi

Continua anche l’arrivo dei profughi dalle zone più colpite dalla guerra. «Sono andato a prendere mia sorella con i bambini - racconta Vladimir, carrozziere ucraino dal 2005 ad Ancona - sono dovuto andare due volte fino al confine, perché la prima volta c’era una fila di 30 chilometri e non ce l’ho fatta ad imbarcarle. Poi finalmente domenica ci sono riuscito». 

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