I 100 grottaroli di Pietralacroce indagati: «Buco normativo, diteci quanto pagare»

Utilizzo abusivo di suolo demaniale e Tari evasa, l’appello: «Vogliamo soltanto metterci in regola»

I 100 grottaroli di Pietralacroce indagati: «Buco normativo, diteci quanto pagare»
I 100 grottaroli di Pietralacroce indagati: «Buco normativo, diteci quanto pagare»
di Andrea Maccarone
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 15:12

ANCONA  - Grottaroli con il fiato sospeso. La Guardia di Finanza indaga sul reato di utilizzo abusivo di suolo demaniale da parte di un centinaio di gestori delle caratteristiche insenature scavate nella falesia ai piedi di Pietralacroce a cui viene richiesto, inoltre, il pagamento di Imu e Tari. Due filoni di indagine, dunque: uno che potrebbe sfociare nel penale (qualora fosse confermata l’occupazione abusiva) e l’altro di tipo amministrativo per il mancato pagamento dei contributi delle tasse comunali.


Le richieste 


Ma i grottaroli indagati premono per regolarizzare le loro posizioni. «O mi riconoscono quale effettivo proprietario della grotta, oppure chiederò che l’immobile venga accatastato così da poter sanare la mia posizione contributiva». E’ questo l’aut-aut di Matteo Loparco, uno degli anconetani invischiati in questa vicenda alquanto ingarbugliata. In sostanza nel lembo di costa che va dalla Vedova alla Scalaccia ci sono alcune grotte che sono state accatastate, altre no. Per quest’ultime, dunque, non risulta nemmeno possibile risalire alla rendita catastale del bene immobile su cui calcolare il valore dell’Imu. «Non saprei proprio come e quanto pagare - incalza Loparco - risponderò che, non essendo proprietario, sono impossibilitato a corrispondere la cifra richiesta».

E qui si apre un’altra voragine normativa. Perché molti grottaroli non sono proprietari diretti ma utilizzatori, in quanto, negli anni, le grotte sono passate di mano in mano attraverso una semplice scrittura privata tra le parti interessate.

Documento che, il più delle volte, non è mai stato autenticato. Quindi a dover pagare le tasse comunali dovrebbero essere gli effettivi proprietari, ma a quanto pare risulta difficile anche risalire agli intestatari delle grotte. In alcuni casi, addirittura, sembrerebbe che siano gli stessi proprietari dei terreni soprastanti. «Vogliamo essere in regola - afferma un altro degli indagati - se ci dicessero quanto pagare per chiudere una volta per tutte questo problema, lo faremmo domani». Questione diversa, invece, per la Tari. La tassa sui rifiuti può essere corrisposta anche dagli utilizzatori delle grotte. L’altro fronte dell’indagine riguarda il reato penale di utilizzo abusivo del suolo demaniale. 


L’altro filone


Nello specifico sarebbero addirittura due le tipologie di reato che si prospetterebbero: «Il reato paesaggistico - spiega l’avvocato Marco Pacchiarotti, legale incaricato dai grottaroli - e quello occupazionale del bene demaniale, su cui però si dovrà dibattere se c’è stata una preclusione all’utilizzo altrui di quest’area e quindi un’effettiva occupazione. In ogni caso, ad oggi, non è partito nessun procedimento penale». Per ora sono stati redatti solamente i verbali da parte della Guardia di Finanza dopo aver interrogato i destinatari dell’invito a presentarsi a colloquio. La questione tornerà in consiglio comunale durante la seduta di lunedì prossimo con la risposta del sindaco Valeria Mancinelli.

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