ANCONA - Piazza Pertini è sempre più grigia e spenta. Rappresenta l’emblema di uno spazio che cerca la sua identità tra cemento, graffiti, sporcizia. Chi vive o lavora in zona la dipinge come un luogo dimenticato che, pur in pieno centro, è preda di vandali e ragazzini terribili. Qui, sabato scorso, due ragazzine si sono picchiate davanti agli amici che le filmavano e una ha mostrato sui social lo scalpo dei capelli strappati all’altra. I bulli hanno fatto della Mater Amabilis il rifugio dove trascorrere pomeriggi di ozio tra spinelli e scorribande.
Il basamento del complesso scultoreo dei Rinoceronti è coperto da cicche di sigarette e lattine.
Chi si mette in mezzo, poi, ne paga le conseguenze. Come quando a dicembre una ragazza è stata rapinata del suo cellulare da un gruppo di bulli incappucciati. Stava passeggiando da sola quando è stata sorpresa alle spalle. A novembre alcuni giovani che avevano partecipato ad una violenta rissa sotto i portici di piazza Cavour, nella quale una 16enne era stata raggiunta da un forte pugno al volto, si erano nascosti all’ombra della statua di Trubbiani. Infine, sabato scorso in piazza è scoppiata una zuffa tra ragazzine di 15 anni: una ha postato la ciocca di capelli strappata all’altra. «È stata una scena brutale – racconta Richard Suffer del luna park di piazza Pertini –, erano due ragazzine e si sono picchiate di brutto. C’erano altri giovani intorno e non hanno mosso un dito. Alla fine è intervenuto mio figlio».
Una di loro è fuggita mentre l’altra, cioè quella che avrebbe strappato i capelli all’amica, è andata a farsi un giro sulle giostre. Il responsabile del luna park l’ha raggiunta per capire cosa fosse accaduto. Gli ha spiegato che tutto era nato perché «quell’altra era matta e le aveva messo per prima le mani addosso, a suo dire perché aveva detto una parola di troppo al fidanzatino. Mentre si picchiavano gli amici facevano dei filmati con il cellulare». Poi Suffer le ha chiesto se non era meglio avvertire i genitori: «Ha risposto di no, che non era niente di che. Io ero sotto choc – prosegue – e basito dall’atteggiamento dei ragazzi più grandi».
Riconosce il problema dei baby bulli anche Daniela Mussone del negozio di abbigliamento Babuska di via Palestro. Non vuole demonizzare la piazza «ma – dice- sono vicina alle famiglie colpite da questo dramma. Purtroppo conosco la realtà e so di persone che stanno passando l’inferno per questo. È un problema che va ben al di là di piazza Pertini. La comunità deve lavorare per dare valore alla zona e per far sì che certe cose non accadano mai più. Da nessuna parte».
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