Ghost Jobs, gli arrestati parlano. La Procura chiederà il processo immediato per corruzione

Ghost Jobs, gli arrestati parlano. La Procura chiederà il processo immediato per corruzione
​Ghost Jobs, gli arrestati parlano. La Procura chiederà il processo immediato per corruzione
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Mercoledì 8 Gennaio 2020, 08:02

ANCONA - Dopo Simone Bonci e Carlo Palumbi, anche Francesco Tittarelli ha visto rimodulare la misura cautelare disposta nell’ambito dell’inchiesta SUI presunti appalti pilotati all’interno del Comune di Ancona. Nei giorni scorsi, il gip Sonia Piermartini ha revocato gli arresti domiciliari e disposto per l’imprenditore anconetano l’obbligo di presentazione per la firma in questura.

La liberazione è arrivata dopo la richiesta avanzata dallo stesso Tittarelli, difeso dall’avvocato Ennio Tomassoni, di sostenere un interrogatorio con il pm Ruggiero Dicuonzo e il procuratore aggiunto Valentina D’Agostino, titolari della maxi indagine che due mesi fa ha sconvolto Palazzo del Popolo, portando a cinque arresti e a una raffica di perquisizioni e sequestri. Durante il colloquio con gli inquirenti, l’imprenditore ha «chiarito quello che c’era da chiarire» ha affermato il difensore. Tittarelli era finito in manette assieme ad altri tre imprenditori (Carlo Palumbi, Tarcisio Molini e Marco Duca) e al geometra Simone Bonci, fino al 7 novembre in servizio alla Direzione manutenzioni, frana e protezione civile del Comune. 

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Per tutti, l’accusa è concorso in corruzione aggravata. Stando alle contestazioni, Tittarelli aveva promesso al geometra l’installazione di un portone blindato da destinare al suo appartamento in cambio dell’affidamento di due lavori (entrambi al Passetto) del valore complessivo di 9800 euro. Prima del periodo natalizio, anche Palumbi (esecutore con la Procaccia srl del restyling dei laghetti del Passetto) era stato liberato dai domiciliari dopo un lungo interrogatorio sostenuto con gli inquirenti. 

Per l’imprenditore abruzzese, il gip ha disposto il divieto di dimora ad Ancona. Ancora prima, era cambiata la posizione del geometra Bonci, passato dal carcere ai domiciliari il 18 dicembre. Rimangono ancora relegati tra le mura domestiche Tarcisio Molini (amministratore di fatto della Mafalda costruzioni srl di Cingoli) e Marco Duca (titolare dell’impresa omonima). Il primo, difeso dall’avvocato Tommaso Rossi, ha sostenuto un interrogatorio a ridosso di Natale: tre ore di colloquio e il deposito di una memoria di oltre 200 pagine. Non è stato ancora formulata l’istanza per la modifica dalla misura cautelare. Per Duca l’avvocato Antonella Scortichini depositerà oggi stesso una memoria difensiva e la richiesta di revocare i domiciliari. Stando alle accuse, Bonci avrebbe affidato opere a Molini (per la procura non eseguite, parzialmente realizzate o liquidate con importi superiori rispetto alla loro reale portata) per un importo di 65mila euro in cambio della ristrutturazione del bagno di casa (33mila euro).

Duca, residente a Cupramontana, avrebbe invece elargito al dipendente comunale regali hi tech come un iPhone Xr e una Osmo pocket (totale di circa 2580 euro).

Bonci in cambio gli avrebbe affidato lavori per 11mila euro, dopo avergli indicato le modalità di formazione del preventivo da presentare e l’importo da indicare, superiore al valore effettivo delle opere da eseguire. Per i cinque indagati per corruzione (il geometra e i quattro imprenditori) la Procura potrebbe chiedere presto il processo con rito immediato, saltando l’udienza preliminare.

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