Pd, oggi la commissione di garanzia
Urbisaglia rischia la sospensione

Pd, oggi la commissione di garanzia Urbisaglia rischia la sospensione
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Domenica 23 Luglio 2017, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 18:26
ANCONA - Sospensione dal partito, ma anche cancellazione dall’anagrafe degli iscritti al Pd. Viaggia su uno di questi due binari il futuro politico del consigliere comunale Diego Urbisaglia, finito nel mirino per il suo post su Carlo Giuliani scritto proprio nel giorno dell’anniversario della morte.

Oggi si riunisce infatti la locale commissione di garanzia, chiamata a decidere immediatamente sulla sorte dell’esponente dem. Non è escluso però che Urbisaglia scelga una terza via, quella dell’autosospensione, che gli sarebbe stata consigliata dai compagni di partito e che gli consentirebbe di uscire da una situazione imbarazzante per il Pd regionale e nazionale. Poca voglia di commentare anche da parte del segretario provinciale, Fabio Badiali: «Non ho parlato direttamente con il consigliere ma so che è fortemente rattristato per quanto accaduto. Lasciamo lavorare la commissione di garanzia».

Ma sull’aria che tira all’interno del partito democratico la dice lunga la dichiarazione del segretario regionale, Francesco Comi: «Certe dichiarazioni sono incompatibili con il ruolo di rappresentante delle istituzioni e con l’adesione ad una forza democratica e di sinistra». E se il regista e attore teatrale Ascanio Celestini, invita Diego Urbisaglia a «lasciare la politica e tornare a portare le pizze», Sinistra Italiana chiama i genitori di Carlo Giuliani nelle Marche per raccontare la tragedia del G8 di Genova. Il centro sociale autogestito Asilopolitico, invece, ha organizzato per domani alle 9.30 una manifestazione di protesta durante il consiglio comunale di Ancona.

«Chi ha scritto parole così provocatorie non può continuare a restare in consiglio comunale. Soprattutto è incompatibile con le tradizioni antifasciste e democratiche di Ancona, città da dove quel luglio del 2001 partirono in migliaia per raggiungere Genova». Il sindaco nel mirino La frase di Urbisaglia («Se in quella camionetta ci fosse stato mio figlio, gli avrei detto di prendere bene la mira e sparare») ha segnato Paolo Pignocchi, vice presidente di Amnesty International Italia: «Trovo assolutamente inopportuno - ha commentato che un esponente delle istituzioni della nostra città si esprima in questo modo». Tuttavia, per il Partito della Rifondazione Comunista, «c’è qualcosa di peggio della miserabile esternazione del consigliere comunale: è l’atteggiamento della sindaca di Ancona che liquida l’episodio con un “non ho tempo da perdere, debbo lavorare per la città”».
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