Furto in diretta nel negozio, i titolari non fanno denuncia: «Tanto tornano subito libere»

Furto in diretta nel negozio, i titolari non fanno denuncia: «Tanto tornano subito libere»
Furto in diretta nel negozio, i titolari non fanno denuncia: «Tanto tornano subito libere»
di Stefano Rispoli
3 Minuti di Lettura
Martedì 21 Luglio 2020, 05:20

ANCONA - Il furto in diretta è durato un minuto esatto, ripreso passo dopo passo dalla videosorveglianza dello store Lacoste di piazza della Repubblica. Sono le 12,50 di venerdì scorso, manca poco alla chiusura per la pausa pranzo. Mentre la titolare sta servendo un’altra coppia, due donne sulla cinquantina, piuttosto robuste, all’apparenza rom, varcano l’ingresso. «Potete aspettare un momento? Arrivo subito», chiede la responsabile del negozio. 

Loro fanno finta di nulla e tirano dritto verso gli scaffali opposti. Mascherina protettiva sul volto, ligie alla normativa anti-Covid, cominciano a maneggiare la merce esposta. Una, quella più in carne, si posiziona spalle alla cassa e afferra una larga t-shirt con cui, a mo’ di sipario, scherma la complice che, nel frattempo, arraffa altri capi e li infila con destrezza nella propria borsa. Finito il rapido giro di shopping a scrocco, le due amiche si avvicinano all’uscita e con nonchalance se ne vanno. Ma non da sole. 

LEGGI ANCHE:

Un'auto la urta, donna crolla a terra e riporta lesioni ad un arto superiore

 
La titolare - questo nel video pubblicato su Facebook non si vede - le rincorre in corso Mazzini, grida e riesce a braccarle. Le ladre mollano la borsa, senza opporre resistenza, e si dileguano: dentro c’erano 6 capi, alcuni di una collezione limitata, per un valore di oltre 500 euro. L’allarme antitaccheggio non ha suonato perché la borsa era stata opportunamente schermata con un’imbottitura di carta stagnola. «Abbiamo preferito non denunciarle perché tanto non cambia nulla: queste persone sanno che in Italia possono fare quello che vogliono e, se vengono arrestate, il giorno dopo sono libere», è l’amaro commento di Tiziana Aquilanti, commessa di Lacoste Ancona. Lei venerdì non lavorava, ma un’esperienza simile l’ha vissuta pochi mesi fa, appena prima che scattasse il lockdown.

«Quella volta erano entrati in tre - racconta -. Due uomini mi distraevano facendomi domande, una loro complice infilava la merce nella borsa. L’ho rincorsa fin dentro un palazzo in via Podesti: sono riuscita a recuperare due tute da ginnastica. Perché l’ho fatto? Perché quando assisti a certe scene, ti sale la rabbia e agisci d’istinto: non pensi che magari il ladro potrebbe reagire con violenza, ma almeno ti resta la soddisfazione di aver recuperato la refurtiva. Ci è capitato altre 4-5 volte di subire furti e denunciarli alle forze dell’ordine, con tanto di filmati: purtroppo è tutto inutile, in galera non ci vanno e loro lo sanno bene. Sanno anche che non puoi fermarli con la forza - aggiunge Tiziana - perché rischi di passare dalla parte del torto e non puoi nemmeno chiuderli in negozio perché sarebbe sequestro di persona. Magari pubblicare questo video su Facebook servirà ad altri colleghi per tutelarsi». 
Lo scorso inverno qualcuno, ripreso dalle telecamere, era arrivato perfino a rubare l’insegna del Lacoste store: qualche ora dopo l’ha riportata, ma senza più il disegno del coccodrillo, marchio di fabbrica.

Chissà che ci avrà fatto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA