Ancona, furti nei negozi: giovane papà
incastrato da spycam e tracce di sangue

Ancona, furti nei negozi: giovane papà incastrato da spycam e tracce di sangue
di Stefano Rispoli
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Martedì 13 Novembre 2018, 07:35
ANCONA - L’hanno incastrato le spycam e le tracce di sangue lasciate nei negozi saccheggiati. La polizia è riuscita a identificare il Lupin del centro storico. E’ un giovane papà siciliano, 35 anni, residente in città, con problemi di droga. Per ora è stato solo denunciato, ma le indagini proseguono: gli vengono contestati tre furti, di cui due riusciti (uno a ottobre al ristorante Do’ Vizi di via XXIX Settembre dove ha rubato 3mila euro e quello di sabato notte in un market cinese di via Calatafimi) e uno tentato nella notte fra domenica e lunedì al negozio di abbigliamento della Champion in corso Mazzini.
  
E’ qui che, attorno alle 3, le Volanti l’hanno sorpreso mentre tentava di irrompere nello store, dove comunque non ci sono segni di effrazione. L’assenza di flagranza non ha fatto scattare l’arresto, ma intanto è partita una denuncia che dovrebbe porre un freno ai blitz notturni del ladro seriale.
Il sospetto, infatti, è che il 35enne siciliano sia responsabile di altri furti: quello di martedì scorso al Vanilla Cafè di via Matteotti (stessa tecnica: vetrina in frantumi e registratore di cassa forzato per asportare 700 euro) e un quinto al ristorante Mangiare e Bere di via della Loggia, dove ha rubato un computer e contanti. Una notte di scorribande, Tra sabato e domenica, con il colpo al minimarket cinese all’angolo fra piazza Cavour e via Calatafimi, a due passi dal tribunale, dove è penetrato usando come ariete un palo di ferro sradicato dal marciapiede: ha preso 150 euro, ma ha lasciato tracce di sangue ovunque perché si è ferito con le schegge taglienti della vetrina in frantumi. Le telecamere di un locale accanto l’hanno ripreso durante il violento blitz e le immagini sono al vaglio della polizia scientifica. Ci sono buone ragioni per credere che il Lupin fracassone poco prima abbia visitato il ristorante Mangiare Bere di via della Loggia. E’ passato dal giardino sul retro, in via della Catena, e con un palo di ferro ha abbattuto una vetrata. «E’ successo dopo la chiusura, non prima dell’una - racconta il titolare Vittorio Emili -. Se n’è accorto domenica pomeriggio mio figlio Matteo, quando è tornato ad aprire: c’era un bicchiere rotto, era sparito un pc e in cassa non c’erano più i soldi, un centinaio di euro. C’erano tracce di sangue vicino alla vetrata, dove aveva messo un tavolino per coprire il buco e non farsi notare».
 
Già che c’era, il ladro avrebbe tentato un altro blitz nel locale accanto, lo storico Bar della Loggia. «Era l’una e mezza di sabato, sono stata svegliata da una pattuglia della Guardia di Finanza che mi chiamava dalla strada - racconta la proprietaria Nazzarena Misurati, che abita sopra il bar -. Avevano appena messo in fuga un ragazzo, molto agile, che stava scavalcando il cancello. Ha detto di essere lì perché voleva fare uno scherzo a mia nipote, di cui sapeva tutto. Poi è scappato». Ma 24 ore dopo ci ha pensato la polizia.
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