Folla in centro, caos traffico e file ai park coperti: «Ma una persona su tre non fa acquisti​»

Folla in centro ad Ancona
Folla in centro ad Ancona
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 07:15

ANCONA - Un altro weekend col pienone in città. Fila alle casse dei park coperti. La folla lungo le vie del centro lascia immaginare una corsa sfrenata allo shopping. Eppure il dato locale sugli acquisti lascia sconcertati. Frenano i consumi sul Natale degli anconetani. Le associazioni di categoria guardano al futuro delle imprese con un filo di preoccupazione. La pandemia mette in ginocchio la capacità d’acquisto delle famiglie.

Un boomerang che si ripercuote su tutto il sistema economico. E nonostante le campagne di sensibilizzazione verso l’acquisto sotto casa, stenta a concretizzarsi la tanto auspicata ripartenza. La parola chiave che caratterizza questo periodo è incertezza. 
Il quadro economico della situazione è alquanto allarmante.

Secondo il centro studi Cna regionale circa una famiglia su tre quest’anno non farà regali di Natale. E ancora: oscilla tra il 25% e il 33% la forbice di quanti in provincia non effettueranno spese. Ma ciò che preoccupa maggiormente è il calo dell’export, che nelle Marche si attesta al 13,2% contro un dato nazionale del 10%. Dunque un trend in netto peggioramento rispetto al resto d’Italia.

«Il nostro territorio sta subendo più di altri il contraccolpo della pandemia – afferma Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona –, questa crisi pesa fortemente sulla propensione ai consumi interni». «Abbiamo perso mesi cruciali – replica Marco Pierpaoli, segretario generale Confartigianato Ancona, Pesaro-Urbino – la limitazione sugli spostamenti a novembre ha inflitto un duro colpo, e il meccanismo complesso dell’economia si sta rimettendo in moto lentamente».

Forse i commercianti si sarebbero aspettati una ripartenza sprint a dicembre. Ma così non è stato. «La parola d’ordine è incertezza – spiega il prof. Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche Centrali – purtroppo anche la nostra area di riferimento si allinea al trend nazionale che vede un drastico rallentamento della propensione ai consumi. E a risentirne in particolar modo è il commercio di vicinato». Se l’imperativo è guardare avanti, c’è da stare poco tranquilli. Il traguardo del primo trimestre 2021 presenterà un conto amaro agli imprenditori, che si troveranno vis-à-vis con lo sblocco delle moratorie e delle sospensioni. «Non basta pensare di fare affidamento su misure paragonabili a quelle applicate durante il lockdown di marzo – riprende Pierpaoli –, a questo punto servono azioni più strutturate e concrete da parte del governo. Alle imprese serve un sostegno economico importante».

La stima è di circa un 30% di imprese di vicinato che potrebbe non farcela. «A meno che non investano sul digitale – continua Santini – è questa la grande battaglia su cui stiamo puntando. Anche le piccole imprese locali devono convincersi che la conversione ai sistemi digitali sarà fondamentale per resistere all’impatto della crisi generata dalla pendemia».

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