Flaminia, trappole nel cantiere da un milione. Segnaletica orizzontale "invisibile"

Flaminia, trappole nel cantiere da un milione. Segnaletica orizzontale "invisibile"
di Lorenzo Sconocchini
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Venerdì 25 Ottobre 2019, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 09:13

ANCONA - L’ultima proroga, concessa dal Comune con determina dirigenziale un mese fa, fissava come termine ultimo per i lavori di asfaltatura della Flaminia affidati alla Cogeco il 5 ottobre. E in quella data, la ditta incaricata dalla manutenzione del tratto fra il bypass e la stazione ha finito in effetti di stendere l’asfalto, ma sono passate altre tre settimane e non c’è verso di vedere la nuova segnaletica orizzontale.
 

 


Dalla Palombella a piazza Rosselli, è rimasta una spianata di bitume, con i due sensi di marcia divisi solo da delineatori flessibili in plastica e gli automobilisti alle prese con le strisce gialle da cantiere che già durante i lavori avevano creato problemi di orientamento.

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Non è questione di dettagli, ma di sicurezza. Soprattutto all’incrocio con via Berti e all’altezza della stazione di servizio Eni, dove prima la segnaletica garantiva una corsia d’immissione sia in ingresso che in uscita anche per la presenza di attività commerciali, adesso la svolta a sinistra per chi arriva dalla stazione o l’immissione sulla Flaminia in direzione nord sono spesso manovre a rischio di incidente. Sul lato destro, per chi scende dal by-pass verso la stazione, sono rimasti i segnali di divieto di sosta installati durante i lavori, ma ormai nessuno se ne cura più e i residenti si sono riappropriati dei parcheggi sul margine di via Flaminia. 

Neanche le strisce pedonali sono state rifatte e anche se in zona Palombella ci sono due semafori per l’attraversamento dei pedoni (in zona Case Nuove e davanti all’ex Angelini, a distanza di circa 400 metri) in un chilometro di strada non c’è una striscia zebrata. E sul lato opposto del Bar del Disco c’è una fermata dei bus, dove i passeggeri che scendono, per attraversare la Flaminia sono costretti a correre per non farsi investire dalle auto. Situazione non certo rassicurante, come denunciava un comitato di residenti già da prima dei lavori (le strisce c’erano ma erano sbiadite) e come ricorda un lumino accesso a terra per commemorare l’ultima vittima di quel tratto di strada, una signora romena investita mentre attraversava.

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E anche nel tratto di Flaminia più a nord, tra il bypass e il bivio di Torrette, dove pure la segnaletica orizzontale è stata rifatta dalla ditta appaltatrice (la Edumol di Fondi) le soluzioni scelte non propongono nulla di particolare quanto a standard di sicurezza. Il 30 settembre scorso in consiglio comunale, rispondendo a un’interrogazione della Lega, che chiedeva di rendere la Flaminia più sicura, quanto meno nei quasi due chilometri percorso anche dal traffico pesante del porto, l’assessore ai Lavori Pubblici Paolo Manarini aveva escluso la possibilità pratica di mettere barriere spartitraffico e la convenienza di utilizzare i cosiddetti occhi di gatto luminosi, due soluzioni suggerite nell’interrogazione. Ma aveva promesso l’utilizzo di una «speciale vernice luminescente per la segnaletica orizzontale» e accennato alla possibilità di applicare nella linea di mezzeria dei dissuasori acustici, come quelli applicati sulla Variante alla statale Adriatica. La vernice luminescente ci sarà pure, ma i dissuasori sono rimasti tra le buone intenzioni.

In quella stessa seduta consiliare l’assessore Manarini aveva annunciato che i tombini, che con la nuova asfaltatura risultavano parecchio affossati, sarebbero stati rialzati. A distanza di quasi un mese da quell’impegno, i tombini sono ancora alla quota di prima, in alcuni casi tre dita sotto il livello stradale. Il problema si avverte soprattutto nella parte di via Flaminia tra la stazione e il bypass, dove ci sono più di cento tombini e specie sulla corsia a salire verso nord la loro presenza si avverte al passaggio delle auto come quando si entra su una buca. I tombini devono essere un poò concavi per favorire il deflusso dell’acqua piovana, ma passandoci sopra in auto - per non dire degli scooter - si salta davvero e il rumore dei sobbalzi fa pensare a qualcosa di anomalo. «Abbiamo sollecitato la Cogeco - garantisce ora Manarini - affinché proceda a rialzare i tombini».

Stessi dubbi valgono anche per l’altro tratto della Flaminia, verso Torrette.
Di tombini ce ne sono molti di meno, saranno una dozzina, ma soprattutto fra l’Ego Hotel e l’autosalone Bartoletti, alcuni sembrano proprio affossati e ciclisti e centauri sono costretti a spostarsi a sinistra per non finirci dentro. Stessa manovra, davvero pericolosa, a volte la fanno gli autisti dei tir diretti in porto. Prima scartavano da una corsia all’altra per evitare le buche più profonde, adesso improvvisano slalom per schivare i tombini. E nel frattempo il Comune ha speso più di un milione di euro per riasfaltare la Flaminia. 

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