Fidanzatini pestati nell'agguato in porto: bulli nei guai, tre di loro ora rischiano il giudizio

Fidanzatini pestati nell'agguato in porto: bulli nei guai, tre di loro ora rischiano il giudizio
Fidanzatini pestati nell'agguato in porto: bulli nei guai, tre di loro ora rischiano il giudizio
di Federica Serfilippi
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Giovedì 29 Aprile 2021, 09:10

ANCONA  - Minacce ai coetanei («Se continui a guardarmi ti spacco la faccia») percosse e un pestaggio in cui erano rimasti coinvolti due fidanzatini, aggrediti al porto. Sono queste le accuse che la procura dei minori ha mosso nei confronti di tre ragazzi che il prossimo 25 maggio dovranno sedersi davanti al giudice per rispondere delle scorribande compiute tra agosto e settembre del 2019, arco temporale in cui il centro di Ancona sembrava essere diventato dominio di baby gang indaffarate a creare scompiglio e poi a vantarsi sui social.

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Per quei fatti, alcuni dei quali avvenuti nel corso della Notte Bianca, sono nati plurimi filoni investigativi approfonditi dalla Squadra Mobile e finiti sia al vaglio della procura minorile che degli uffici del tribunale ordinario. Un’indagine è volta al termine: è quella per cui il procuratore Giovanna Lebboroni ha chiesto il rinvio a giudizio di due 18enni e di un 16enne, tutti domiciliati nel capoluogo dorico e assistiti dall’avvocato Annavittoria Banzi. Tra poco meno di un mese si svolgerà l’udienza preliminare davanti al giudice Laura Seveso. 

A vario titolo, vengono contestati tre reati: lesioni aggravate, minacce e percosse. Quattro le vittime, all’epoca dei fatti tutte minorenni. La contestazione di un solo fatto è attribuita a tutti e tre gli indagati. Si tratta dell’aggressione avvenuta nel corso della Notte Bianca dell’8 settembre del 2019 a scapito di due fidanzatini che passeggiavano per il porto, affollatissimo dopo la fine del concerto dei Subsonica nella parte più antica dello scalo. Stando a quanto contestato dalla procura, il terzetto si sarebbe accanito contro la coppia avvalendosi di un maggiorenne. Due dei tre che rischiano il processo sarebbero partiti con le minacce: «Cosa c’hai da guardare? Se continui a farlo ti gonfio». Poi, secondo la ricostruzione accusatoria, sarebbe scattato il pestaggio della coppia: lui, oggi 18enne, aveva riportato la frattura di una costola (30 giorni di prognosi) dopo essere stato colpito – dice la procura – con calci e pugni; lei, coetanea del fidanzato, era caduta malamente, provocandosi delle lesioni alle ginocchia. 

«Senza motivo sono stati strattonati, picchiati a terra e presi a calci.

Mia figlia è intervenuta per difendere il fidanzato, ha preso le botte anche lei» aveva raccontato la mamma della ragazza poco dopo l’aggressione. Quella stessa notte, e sempre nel centro cittadino, si sono verificati altri episodi contestati dalla procura. Un 16enne avrebbe avuto a che fare con due componenti del terzetto nel corso di una lite: «Vuoi che ti gonfio di botte?» gli sarebbe stato detto da uno, mentre l’altro – sostiene l’accusa – l’avrebbe preso per il collo, avvicinandosi come a voler sferrare una testata. Sempre quella notte sarebbe stato minacciato un altro ragazzino, oggi 16enne, già preso di mira nel pomeriggio del 19 agosto. Ha denunciato di essere stato anche lui minacciato e picchiato da due componenti del terzetto. Uno avrebbe detto: «Se mi guardi è un segno di sfida, se continui ti spacco la faccio, andiamo nel vicolo così ti meno». L’altro avrebbe rincarato la dose: «Non guardare il mio amico perché sennò ti meno io». 

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