Ancona e i ponti del 25 aprile e 1° maggio. Alberghi pieni all’80% ma il personale non c’è: «Allora servizi online»

Ancona e i ponti del 25 aprile e 1° maggio. Alberghi pieni all’80% ma il personale non c’è: «Allora servizi online»
Ancona e i ponti del 25 aprile e 1° maggio. Alberghi pieni all’80% ma il personale non c’è: «Allora servizi online»
di Andrea Maccarone
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Domenica 23 Aprile 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 14:20

ANCONA -  L’avvio di stagione infonde buoni auspici tra gli operatori turistici. Il ponte del 25 Aprile fa registrare il quasi sold out in riviera. «Non siamo al completo, ma poco ci manca» conferma Anna Maria Ciccarelli, presidente dell’associazione albergatori delle Riviera del Conero. «Lungo la costa l’occupazione sta intorno al 90%» replica Alberto Tassi, presidente di Asshotel Confesercenti Marche. Frena invece il flusso in città: «Diciamo che questo weekend siamo tra il 60-70% di riempimento - afferma Michele Bernetti, titolare derl Grand Hotel Palace di Ancona -, mentre sul ponte del 1° maggio l’andamento è più brillante». 

 
La provenienza 


Famiglie e gruppi, sono questi due i target che stanno andando per la maggiore. «Chi ha lavorato bene su questi asset verrà sicuramente premiato - continua Tassi -, anche se il meteo ci ha un po’ penalizzato».

Infatti le previsioni fino ai giorni scorsi sembravano piuttosto incerte. «Ciò si è riversato a cascata sulle prenotazioni - precisa Ciccarelli -, che arrivano sempre più a ridosso». Umbria, Lazio ed Emilia Romagna restano le regioni di maggiore provenienza.

«Ma si vede anche qualche tedesco» sottolinea la presidente degli albergatori della Riviera del Conero. «Chiaramente c’è stato un innalzamento del turismo di prossimità subito dopo il Covid - spiega Manuel Hornos, titolare dell’omonimo agriturismo a Marcelli -. Sulle piccole strutture, come la mia, è facile arrivare al sold out durante i ponti primaverili». Dunque l’umore è buono. Le aspettative non sembrano essere state disattese. Non fosse, però, che la mancanza di personale stagionale sta mettendo in crisi le strutture.


La criticità 


«Purtroppo è un problema che si ripresenta da qualche anno - continua Hornos -, ma non possiamo abbassare la qualità dei nostri servizi. Quindi dobbiamo rimboccarci le maniche e trovare soluzioni anche all’ultimo minuto». Ad aver aggravato la situazione «è il problema della stagione corta - spiega Ciccarelli -, il turismo non può girare solo su due-tre mesi. Così è impossibile trovare manodopera». Una coperta troppo corta che costringe gli albergatori a rimodulare l’organizzazione. «Magari si riduce il servizio in camera - afferma Bernetti -, o altri servizi che diventano più problematici da gestire. E si comincia ad andare verso l’automazione». 


La digitalizzazione


La nuova frontiera della ricettività sembra essere proprio l’attivazione dei servizi digitali. «Dal check-in online fino all’accesso alle camere - spiega Tassi -, è questa l’unica soluzione alla mancanza del personale. Però così diventa un’accoglienza fredda». Una deriva che sicuramente fa anche risparmiare soldi agli imprenditori del settore. A discapito, però, del contatto diretto col cliente. «L’inversione di rotta potrà avvenire solo con una reale destagionalizzazione. Riuscendo a garantire periodi più lunghi di occupazione, il dipendente viene incentivato a lavorare in questo settore. Altrimenti no». 

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