Ancona: ferita e beffata dopo la caduta in buca. Resta invalida ma non le pagano i danni

Il mercato di corso Mazzini
Il mercato di corso Mazzini
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Martedì 29 Ottobre 2019, 04:05

ANCONA - La sua vita è caduta in buca - e ha svoltato verso una dura salita - una mattina del gennaio 2017. Quel tombino in corso Mazzini si è rivelata una trappola micidiale per Mariella Ceccarelli, di Chiaravalle, che passeggiava al mercato. Il tonfo a terra è stato devastante per la spalla destra: un dolore lancinante, due interventi chirurgici e un’invalidità permanente del 15%, qualità della vita precipitata come il piede nella voragine in pieno centro.

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Non solo. Danno doppio (con beffa): niente risarcimento. «Ciò che provoca grande indignazione - scrive la malcapitata in una lettera sfogo - è la risposta negativa fornita al mio legale per la richiesta di risarcimento agli enti interessati cioè Comune di Ancona, compagnia assicuratrice e società Viva Servizi Spa i quali hanno attribuito esclusivamente alla sottoscritta la responsabilità dell’accaduto adducendo la mancanza dell’ “insidia” nell’evento rovinoso».

Si chiede: «Qual è l’insidia? Da cosa si evince e chi la decide? Provo a dare una spiegazione: quando c’è nebbia, quando piove, quando è buio ? Forse è per questo che da allora in poi viene riconosciuto il risarcimento per fatti avvenuti in situazioni di pioggia, penombra»? E dire che Viva Servizi ha parzialmente riconosciuto la non regolarità del tombino ma, sostiene, si tratta di affossamento non tale da provocare una caduta. E allora? «Non sono alla ricerca di entrate patrimoniali non supportate da serie e riconosciute motivazioni», precisa la signora Ceccarelli, rammaricata per la «negazione assoluta di qualsiasi responsabilità a carico dei gestori». Non resa che la resa. «L’unico modo per tutelarmi rimarrebbe adire le vie legali avendo gli stessi rifiutato la risoluzione della controversia in via stragiudiziale», ma «non ho soldi da buttare, siamo tutti consapevoli delle difficoltà che un cittadino deve affrontare per un giudizio avanti alla magistratura ordinaria per i lunghi tempi e per i costi molto alti».

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