ANCONA - I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Ancona unitamente a militari della Capitaneria di Porto Guardia Costiera Ancona – Sezione Staccata di Falconara nei giorni scorsi, hanno notificato il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Ancona che riguarda l'impianto di depurazione di Falconara e relativa linea fognaria di costa nel tratto Ancona Palombina nord-Falconara con 12 scolmatori e stazioni di sollevamento, presenti lungo i litorali.
Agli indagati sono contestati i reati di inquinamento ambientale e scarico di reflui non autorizzati.
Le indagini sono partite dopo una segnalazione, il 23 aprile 2020, della presenza di schiuma e acqua torbida presso il punto di scarico a mare del fosso Rigatta a Falconara. I successivi approfondimenti hanno consentito agli inquirenti di ipotizzare un quadro di non curanza gestionale degli scolmatori posti lungo la linea di costa di Falconara e Ancona nord- Palombina, che peraltro risulterebbero non autorizzati. Gli scolmatori altro non sono che presidi di emergenza la cui attivazione avverrebbe in concomitanza di forti precipitazioni, quando i reflui fognari diluiti dalle acque meteoriche si riversano – in questo caso - sulla spiaggia anconetana e falconarese.
L'inquinamento
Le indagini al contrario hanno portato a ritenere che possa essere stato fatto un uso difforme degli scolmatori, che sarebbero risultati attivi anche in assenza di piogge. Inoltre le analisi tecniche e le relative valutazioni affidate a consulenti esperti, eseguite sia sui reflui fognari in uscita dagli scolmatori stessi che sul suolo (spiaggia) ove essi recapitano, hanno portato gli inquirenti ad ipotizzare uno stato di diffusa contaminazione che potrebbe acquisire caratteristiche di persistenza.
Si sono riscontrate criticità di tipo chimico e microbiologico (escherichia coli e spore clostridi solfito-riduttori) con valori superiori ai limiti, con presenza tra l’altro di idrocarburi - in alcuni casi 2 in concentrazioni superiori al limite consentito dalla normativa di settore - oltre ad altre sostanze pericolose di cui è vietato lo scarico sul suolo. Le conseguenze di queste condotte, hanno riguardato anche la fauna ittica, ovvero i molluschi bivalvi presenti negli specchi d’acqua corrispondenti, le cui analisi hanno palesato valori fuori limite in quanto contaminati da escherichia coli con conseguente divieto di raccolta/pesca.
La gestione degli impianti sottoposti a sequestro verrà affidata ad un amministratore giudiziario, allo scopo di apportare gli adeguati interventi tecnici.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout