ANCONA - Gli agenti della polizia penitenziaria lo controllano a vista, nel carcere di Dozza. Temono che possa compiere gesti di autolesionismo, anche se il suo comportamento viene descritto corretto e rispettoso. D’altronde, Giovanni Padovani, il 26enne calciatore-killer di Senigallia, si era mostrato collaborativo con la polizia dopo l’efferato omicidio dell’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, l’agente di moda di trent’anni più grande di lui, uccisa a martellate martedì sera sotto la sua abitazione alla perFieria di Bologna. «Non vedo l’ora che arrivi la polizia e finisca tutto», aveva detto ai testimoni intervenuti subito dopo il massacro. Non ha tentato la fuga: di fatto, si è consegnato.
Il pm Domenico Ambrosino ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere (oggi l’udienza davanti al gip Andrea Salvatore Romito) per il calciatore-stalker, accusato di omicidio aggravato dallo stalking. Era ossessionato dall’idea che la compagna potesse tradirlo mentre lui giocava in serie D in Sicilia, prima con il Troina e il Giarre, da qualche giorno con la Sancataldese (che sabato aveva stracciato il contratto per le sue assenze ingiustificate). E non si dava pace da quando la 56enne aveva deciso di troncare la loro love story. Stando al racconto della sorella della vittima, Padovani la perseguitava da mesi: telefonate e messaggi anche di notte, irruzioni in casa (una volta perfino arrampicandosi sul balcone al secondo piano), pedinamenti, litigi, scenate di gelosia e dispetti, come quella volta in cui ha staccato la luce del suo appartamento, forse perché pensava che fosse in compagnia di un altro uomo.
La denuncia di Alessandra per stalking
Temeva per la sua vita, Alessandra.
Oggi verrà eseguita l’autopsia sul corpo della 56enne uccisa dall’ex compagno. Tra gli aspetti da chiarire, la provenienza del martello con cui l’avrebbe colpita alla testa: lo aveva portato con sé? In tal caso, potrebbe essere contestata la premeditazione al calciatore senigalliese, un passato nella Juniores dell’Ancona e nel Fano, lui che a novembre aveva condiviso sui social un post sulla campagna contro la violenza sulle donne.
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