Anche escrementi di topi trovati nel magazzino: scattano per la terza volta i sigilli al Caffè Centrale

Il blitz della polizia al Caffè Centrale nel giugno 2019
Il blitz della polizia al Caffè Centrale nel giugno 2019
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Giovedì 13 Maggio 2021, 08:45

ANCONA  - Ci risiamo. Chiude di nuovo i battenti il Bar Centrale di piazza Ugo Bassi: la polizia ha trovato escrementi di topi in un magazzino sul retro, dove vengono conservati alimenti e bevande. Non solo: dagli accertamenti è emerso che il titolare dell’attività, un cittadino cinese, non aveva provveduto a comunicare all’Asur la Nia, la notifica di inizio attività, propedeutica al rilascio dell’autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande (Scia).

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Il sopralluogo è stato fatto ieri mattina, nell’ambito di controlli mirati da parte degli agenti della Polizia amministrativa della questura dorica, disposti dal questore e finalizzati al rispetto delle norme anti-Covid. La squadra amministrativa e di sicurezza della divisione Pasi, in collaborazione con il personale del servizio Igiene, Alimenti e Nutrizione del dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 2, ha effettuato la verifica nel bar di piazza Ugo Bassi e dal controllo è emerso come il locale fosse privo delle minime condizioni igienico-sanitarie: nel magazzino sul retro, adibito a stoccaggio di alimenti e bevande, sono stati trovati, infatti, escrementi di topi. Con provvedimento urgente, l’attività è stata chiusa: il titolare potrà chiedere la riapertura solo quando avrà effettuato gli adeguamenti igienico-sanitari necessari e a seguito di un sopralluogo da parte degli uffici competenti. 

Si tratta della terza chiusura per il Caffè Centrale.

Già nel giugno del 2019 il bar era stato sigillato dalla polizia per un mese per motivi di ordine pubblico, dopo un primo provvedimento sospensivo più breve avvenuto 47 giorni prima: per gli investigatori, infatti, era diventato un punto di ritrovo di spacciatori, ubriaconi e tossicodipendenti. Non a caso, nello stesso periodo all’interno del locale era stato arrestato un pusher. Il blitz della polizia fu rocambolesco: mentre gli agenti apponevano i sigilli al bar, la titolare cinese si era sentita male, tanto da richiedere l’intervento del 118. Lo stesso bar, durante il primo lockdown del 2020, era stato nuovamente chiuso per 5 giorni per il mancato rispetto delle normative anti-Covid. Ora l’ennesimo provvedimento: colpa, stavolta, delle precarie condizioni igieniche. 

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