Ha l'epilessia e deve fare i salti mortali per un esame al cervello. La storia di una giovane mamma di Osimo

Ha l'epilessia e deve fare i salti mortali per un esame al cervello. La storia di una giovane mamma di Osimo
Ha l'epilessia e deve fare i salti mortali per un esame al cervello. La storia di una giovane mamma di Osimo
di Andrea Maccarone
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Venerdì 3 Marzo 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 15:36

ANCONA - L’imbuto dei tempi d’attesa per gli esami diagnostici nel sistema sanitario pubblico spinge gli utenti a virare verso strutture private. Crescono le testimonianze di pazienti che faticano a prenotare una prestazione nei tempi congrui all’esame richiesto. E quando riescono a fissare la data, c’è pure il rischio che venga posticipata in seconda battuta per mancanza di personale tecnico. E’ successo a K. C., una 29enne di Osimo, che ha voluto raccontare la sua storia al Corriere Adriatico. 

 
Il nodo del personale 


La giovane mamma da circa 12 anni ha iniziato a soffrire di epilessia.

Patologia a seguito della quale è stata presa in cura dal Centro Epilessia dell’ospedale regionale di Torrette. «Una volta all’anno devo sottopormi ad un elettroencefalogramma per tenere sotto controllo la situazione - racconta la ragazza -. Fino all’anno scorso non ho mai avuto problemi». Ma stavolta non solo la difficoltà a fissare la data. Lo choc è arrivato quando la paziente è stata ricontattata addirittura per posticiparla. «Mi hanno detto che erano a corto di tecnici - continua - e quindi dall’8 maggio mi hanno fatto slittare al 26 giugno. Pur sapendo che eravamo già in ritardo con l’annualità della mia visita». 


Lo slittamento


Il problema dell’assenza di personale tecnico, infatti, era stato evidenziato anche dal capo della Direzione medica di Torrette, il dottor Leonardo Incicchitti: «C’è una criticità sui tecnici di radiologia che gestiscono le apparecchiature, ne servirebbero di più» aveva espressamente riferito il medico. La 29enne osimana tra gennaio e febbraio di quest’anno ha già avuto altre due crisi epilettiche. E’ preoccupata che la sua patologia possa peggiorare ulteriormente e quindi ha bisogno di farsi controllare con una certa urgenza. «Ho chiamato anche per fare una risonanza magnetica - spiega - mi hanno messo nel 2025. Sennò, se voglio farla prima, mi hanno detto di andare privatamente». Una situazione che ha gettato la donna nel più completo sconforto. «A questo punto - sospira - sto pensando di fare anche l’elettroencefalogramma a pagamento». 


Questa è la terza storia che, solo nel giro di due giorni, alcuni cittadini si sono sentiti di raccontare al Corriere Adriatico. E purtroppo sono tutti casi accomunati da un minimo comune denominatore: la difficoltà del sistema pubblico sanitario nell’espletare servizi nei tempi previsti. L’altro giorno una 62enne di Castelfidardo ha dovuto rinunciare a prenotare una Tac all’ospedale di Torrette perché non ha trovato posto nemmeno entro un anno. E prima ancora una 60enne operata per un tumore al seno, dopo 181 telefonate in un giorno, non è riuscita a prendere la linea dell call center per fissare una mammografia. Ha ritentato il giorno successivo e per fortuna è riuscita nell’intento. Ma che fatica.
 

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