Due mortali in cinque mesi agli Archi di Ancona, roulette russa ma niente telecamere

Due mortali in cinque mesi agli Archi di Ancona, roulette russa ma niente telecamere
Due mortali in cinque mesi agli Archi di Ancona, roulette russa ma niente telecamere
di Stefano Rispoli
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Giovedì 19 Gennaio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 09:20

ANCONA Due incidenti mortali nell’arco di cinque mesi e neppure un frame che abbia ripreso le drammatiche scene in cui un ragazzo somalo di appena 21 anni e un giovane papà di 37 hanno perso la vita, travolti rispettivamente da un’autocisterna e da un’utilitaria Una doppia tragedia avvenuta a distanza di poche decine di metri, sempre in corrispondenza di attraversamenti pedonali e sempre in via Marconi, dove non ci sono telecamere. Una delle strade più trafficate del capoluogo e anche più pericolose - come testimonia l’elevato numero di incidenti, talvolta anche con esiti fatali - continua a restare clamorosamente al buio. 


Indagini difficoltose

Un problema anche per le forze dell’ordine, costrette a fare miracoli per raccogliere testimonianze, indizi ed elementi utili a ricostruire le dinamiche degli schianti.

Non c’erano immagini disponibili per l’investimento in cui, lo scorso 8 agosto, ha perso la vita Mustafe Abdi Ahmed, ragazzo somalo di 21 anni maciullato sotto le ruote di un’autocisterna proprio davanti al parcheggio multipiano degli Archi. E non ci sono video utili neppure adesso che la polizia locale vorrebbe far luce su Masud Rana, operaio bengalese di 37 anni che lavorava da tempo ai cantieri navali. Venerdì scorso, attorno alle 18,30, stava tornando a casa, in via Fiorini, dalla moglie e dai due figli piccoli, uno di 4 anni, l’altro nato appena 8 mesi fa. All’altezza del palazzo delle Ferrovie, proprio all’imbocco di via Marconi, la Ford Fiesta condotta da un 38enne di Isernia l’ha centrato in pieno, spezzandogli la schiena. Dopo tre giorni di agonia, il giovane papà è morto all’ospedale di Torrette. L’automobilista ieri è stato denunciato a piede libero per omicidio stradale (è risultato negativo all’alcoltest). Masud camminava sulle strisce pedonali? Probabilmente non lo sapremo mai perché in via Marconi, appunto, il Grande Fratello ancora non è arrivato. Un fatto incredibile, nella città delle 500 telecamere. Questo è l’obiettivo che punta a raggiungere il Comune, intenzionato a “spiare” il più possibile il capoluogo per garantire legalità e sicurezza. 

I punti scoperti 

Già, ma perché ci sono ancora punti strategici scoperti? E poi, tutti questi occhi elettronici servono davvero? C’è qualcuno che controlla le immagini? Il dubbio è lecito, se si pensa ai vandali del Passetto dove non si è mai scoperto chi ha ripetutamente imbrattato il Monumento ai Caduti, se non in un’occasione, quando la polizia di passaggio ha individuato due dodicenni armati di bombolette spray, sfuggiti al controllo delle mamme. Chissà se le famiglie hanno mai ripagato il danno. Il Comune sta pensando di installare una telecamera che punti fissa sull’ara del Monumento, la più bersagliata dai writer scatenati. Sarebbe ora. E magari sarebbe utile piazzare qualche micro-camera nei cimiteri del Pinocchio e di Tavernelle, dove di recente si sono verificati furti e atti di teppismo a ripetizione, fra tombe saccheggiate o profanate. Di via Marconi, s’è già detto: andrebbe disseminata di occhi elettronici, specie in vista della realizzazione della nuova pista ciclabile che collegherà la stazione a via XXIX Settembre, fino al porto. Qui il Comune ha in progetto di installare delle telecamere sotto i portici degli Archi, dove non sono mancate aggressioni, risse e rapine, anche di recente, nei pressi della scuola Da Vinci e del parco Pacifico Rissi. E poi, il Piano: troppe zone del quartiere risultano ancora scoperte, come la stessa piazza Ugo Bassi, dove sono malfunzionanti le spycam installate dalla Regione nel 2011, mentre 4 sono state di recente posizionate in corso Carlo Alberto, nei pressi del parcheggio dove abitualmente si riuniscono tossici e ubriaconi. 

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