Da sole, seguite e impaurite alla stazione:
«Chiamato il 112 e la storia è a lieto fine»

Da sole, seguite e impaurite alla stazione: «Chiamato il 112 e la storia è a lieto fine»
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Domenica 28 Luglio 2019, 11:47
​​​​​ANCONA - Da A.I., riceviamo e pubblichiamo questa storia che grazie alla fiducia di due giovani donne e alle forze dell'ordine si è conclusa a lieto fine. Ecco il testo:
«Buongiorno, sono una giovane donna. Vi scrivo per raccontarvi una mia recente esperienza. Ieri sera (sabato 27 luglio 2019), a causa di un ritardo di 1 ora e 30 minuti del treno da Riccione ad Ancona, con un’amica siamo scese alla stazione di Ancona Torrette alle 21.45. Sul binario non c'era nessuno eccetto un senzatetto dormiente in un gabbiotto. Ci trovavamo al binario 2 e per uscire dalla stazione dovevamo attraversare un sottopassaggio e, mentre provavamo ad andare lì sotto, sono comparsi 3 uomini di aspetto poco rassicurante che ci guardavano e che hanno iniziato anche a seguirci ad un nostro tentativo di cambio direzione. Siamo quindi rimaste sul binario provando a chiamare amici ma in questi giorni di ferie nessuno era in città. Poco dopo sono comparsi altri 2 uomini di aspetto non rassicurante che ci fissavano mentre passeggiavano su e giù per il binario 1. Spaventate e non avendo altra via d'uscita, abbiamo chiamato il 112. Il carabiniere da subito ci ha rassicurate e invitate a restare in superficie in sicurezza mentre lui provava a mandare una pattuglia. Dopo qualche minuto ci ha chiamate un militare della Guardia di Finanza che ci ha rassicurato del loro imminente arrivo. E infatti di li a poco sono arrivati tre finanzieri che hanno controllato la situazione e si sono assicurati che uscissimo dalla stazione senza pericoli! Una storia a lieto fine. Una storia di un paese fatta di uomini che per guadagnarsi il pane ci difendono! Uomini, forse padri, che con tanta serietà e professionalità ci dicevano di non scusarci per averli disturbati in quanto in tali situazioni basta poco per non avere il lieto fine. L’Italia è fatta anche di queste persone, e ciò ci deve rendere orgogliosi! In questi giorni, dove nel cuore abbiamo la triste storia del vicebrigadiere, volevo raccontare una storia a lieto fine!».
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