Don Franco, festa per i 50 anni di sacerdozio dopo la pandemia

Don Franco mentre distribuisce l eucarestia
Don Franco mentre distribuisce l’eucarestia
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Lunedì 25 Maggio 2020, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 17:25

ANCONA  - Buona affluenza, nella chiesa delle Grazie, per la prima messa domenicale dopo il lockdown. Quasi un centinaio di fedeli, su un massimo di 120 posti di capienza per la chiesa situata nel popoloso quartiere anconetano, nella celebrazione delle 11,15, quella da sempre più frequentata, con un comprensibile timore, al ritorno della messa con il popolo. Rispettate tutte le normative, tutti rigorosamente con mascherina e guanti indossati, non ci sono stati problemi per quanto riguarda la sicurezza. All’ingresso i fedeli sono stati accolti da due collaboratori del parroco don Franco Marchetti ed accompagnati nei posti contrassegnati sui rispettivi banchi, ben distanziati. Niente corale, ma solo l’organista, niente libretti dei canti, niente scambio della pace, niente assembramenti all’uscita, mentre le offerte sono state raccolte con dei raccoglitori tenuti a debita distanza dagli stessi collaboratori. Ed anche al momento forse più critico, la consegna dell’eucarestia, tutto secondo le norme.

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I due officianti, dopo essersi igienizzate le mani e con indosso la mascherina, si sono avvicinati ai fedeli ai loro posti, lasciando cadere nelle loro mani l’ostia consacrata. Don Franco ha cercato di mettere tutti a proprio agio, sdrammatizzando ed accogliendo i fedeli con un sorriso. «Per me sono stati giorni speciali - ha detto - visto che domenica scorsa erano 50 anni che sono divenuto sacerdote. Festeggeremo insieme più avanti», prima di essere salutato con un applauso spontaneo. Nell’omelia ha anche parlato di un ipotetico dialogo fra il diavolo ed il Signore. Al primo, che si vantava di avere fatto chiudere tutte le chiese del mondo, il Signore ha ribadito: ma io ho fatto aprire tutte le porte delle case, vere cappelle domestiche, ed i cuori della gente. E sul significato dell’Ascensione, che si celebrava ieri: «Fare festa per un amico che ci lascia per andare in cielo? Certo che si può perché lui è sempre dentro di noi». E domenica prossima, per la Pentecoste, messa all’aperto con anche i bambini. 

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