Ancona, distrugge il bagno di Montacuto. Poi incendia la cella: (ri)condannato

Ancona, distrugge il bagno di Montacuto. Poi incendia la cella: condannato
Ancona, distrugge il bagno di Montacuto. Poi incendia la cella: condannato
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 31 Maggio 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 15:29

ANCONA Prima distrugge i bagni del carcere sotto i colpi di una mazza di legno, poi tenta di appiccare un incendio alla sua cella: condannato a sette mesi di reclusione. La sentenza è stata emessa ieri mattina dal giudice Francesca Grassi nei confronti di un algerino di 46 anni, attualmente detenuto nel carcere di Piacenza. All’epoca dei fatti, nel luglio 2020, l’uomo si trovava nella casa circondariale di Montacuto. Il motivo del caos? Voleva andare via da Ancona ed essere trasferito in un altro carcere. 


I fatti

Il danneggiamento fa riferimento al 16 luglio del 2020.

In quell’occasione, stando a quanto contestato dalla pubblica accusa, il nordafricano si era armato con una mazza di legno e con quella aveva distrutto il mobilio dei bagni comuni della sezione del carcere dove era relegato in quel momento. Per la precisione, in preda a una furia incontrollabile, il 46enne aveva distrutto il bidet, il water, un lavandino e tre finestre. Ma non solo. La mazza aveva pesantemente danneggiato dieci plafoniere, i quadri elettrici, uno stendibiancheria e 18 pannelli di copertura del soffitto del bagno. Una devastazione di oltre 400 euro, poi pagata dallo stesso detenuto. 

Il secondo round

Non contento del danneggiamento del bagno, il 46enne si era sfogato anche il giorno successivo. Ma questa volta se l’era presa con la cella. In qualche modo era venuto in possesso di un accendino. E con quello aveva dato fuoco ad alcuni vestiti e stracci che aveva in cella. Aveva anche provato ad alimentare le fiamme avvicinando l’accendino al materasso che, essendo ignifugo, era rimasto praticamente indenne. Qualche lingua di fuoco aveva raggiunto l’algerino, ferendolo in maniera lieve. Il peggio era stato sventato grazie all’arrivo tempestivo degli agenti della Polizia Penitenziaria che, con gli estintori, avevano domato le fiamme. Il pericolo era che l’incendio potesse divampare in tutta la cella e poi propagarsi nelle vicine sezioni. 

I reati

Il giudice ha riconosciuto ieri sia la responsabilità per il danneggiamento che per l’incendio, concedendo al 46enne le attenuanti generiche. L’imputato, assistito dall’avvocato Caterina Ficiarà del Foro di Fermo, era in aula al momento della sentenza. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni per spiegare quanto accaduto poco meno di tre anni fa nel carcere di Montacuto. 

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