ANCONA - Riceve la notifica dell’ordine di espulsione dall’Italia e inizia la sua personale protesta nel carcere di Montacuto. Prima con lo sciopero della fame, poi si cuce labbra e palpebre, riuscendo anche ad ingerire due piccole pile. L’atto di ribellione è portato avanti dallo scorso sabato da un 34enne tunisino, condannato in via definita a otto anni di reclusione per spaccio di droga.
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A fine ottobre, il detenuto – da tempo domiciliato in Italia – ha ricevuto la notifica dell’ordine di espulsione dal territorio italiano da eseguire al termine dalla pena, la cui fine è prevista per febbraio 2020. L’uomo ha impugnato il provvedimento perché non vuole tornare nel suo paese d’origine, ma rimanere in Italia. Nel frattempo che il tribunale competente prenda una decisione sulla sua istanza, ha iniziato lo sciopero della fame. Ieri, era il quarto giorno che non toccava cibo. Con ago e filo si è anche cucito parte delle labbra e palpebre. Martedì mattina è stato portato al pronto soccorso di Torrette perché ha ingerito due piccole batterie. Dopo i dovuti accertamenti, è tornato regolarmente in cella con i suoi compagni.
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