Writers, teppisti ed ex cinema: benvenuti nel viale dimenticato

Writers, teppisti ed ex cinema: benvenuti nel viale dimenticato
Writers, teppisti ed ex cinema: benvenuti nel viale dimenticato
di Teodora Stefanelli
3 Minuti di Lettura
Martedì 21 Dicembre 2021, 06:45

ANCONA - Sono passati sei mesi dall’ultima volta che il radar del Corriere Adriatico ha immortalato le scritte dei writers lungo il viale della Vittoria denunciando lo stato d’incuria in cui si trovava il boulevard cittadino. Poco o niente è cambiato. Molti degli sgorbi illeggibili sono ancora lì, memoria perenne di giovani annoiati che preferiscono sfregiare palazzi storici e arredi pubblici piuttosto che impiegare il tempo in modo più costruttivo.

Da cima a fondo le facciate che circondano il bel viale alberato si trasformano in grosse tele a disposizione di graffitisti in erba o di innamorati che vogliono lanciare dediche appassionate.

Nonostante le telecamere che circondano la zona, individuarli non è così facile perché spesso sono camuffati con cappucci e mascherine. A proposito di abbandono in via Damiano Chiesa si incontra il cinema Oz, chiuso da decenni. 

Il declino

Tra un graffito e l’altro sulla facciata si possono vedere ancora le locandine sbiadite dei film usciti ben undici anni fa. Come se le lancette dell’orologio si fossero fermate. Non è raro vederci all’interno dei piccioni mentre il pavimento è cosparso dal guano. L’ingresso in via Maratta del vecchio stadio Dorico, attualmente in fase di restyling, è tappezzato di “firme d’artista” per non parlare dell’interno del campetto da basket. Qui si alternano sgorbi a opere più colorate e un po’ più gradevoli. Inoltre, pur essendo un luogo parecchio frequentato dagli sportivi, l’incuria è ben visibile. Si trovano a terra escrementi di cani, erbacce e calcinacci. La porta del casottino è sfondata e appoggiata precariamente sullo stipite. «È una piaga sociale quella di non curarsi di quello che ci circonda – si rammarica Massimo Paci del bar Moldavia –, servirebbe uno psicologo più che un barista per venirne a capo. Questa è definita la zona “ricca” della città e penso che a volte le persone lo facciano apposta a sporcare. I giovani non si preoccupano delle conseguenze delle loro azioni. Ci vuole il pugno di ferro per stroncare il problema sul nascere. Si parla tanto dei gruppi di bulletti in questo momento. Secondo me la soluzione è dividerli. La loro forza è il branco». Lasciati i graffiti alle spalle, si passeggia in direzione piazza Cavour facendo lo slalom tra marciapiedi sgangherati e i mille cantieri ancora all’opera. Il clou si trova in corso Amendola. Si lamenta Barbara Pergolini, titolare della gastronomia Mangio Ergo Sum. «A pranzo nessuno si siede più nel dehors perché gli operai a quell’ora portano via i cocci e fanno una confusione assordante. I clienti vogliono sedersi solo dentro. La strada è chiusa e molti posti auto sono stati interdetti per i lavori. Insomma è un bel disagio. Quando hanno iniziato a lavorare non sono nemmeno stata avvertita. Il marciapiede ad un certo punto è stato chiuso per i lavori. Quindi si entra ma non si esce».

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