Portici di piazza Cavour: cinquanta metri di vergogna tra scarabocchi, guano di piccione e muri scrostati

Portici di piazza Cavour: cinquanta metri di vergogna tra scarabocchi, guano di piccione e muri scrostati
Portici di piazza Cavour: cinquanta metri di vergogna tra scarabocchi, guano di piccione e muri scrostati
di Teodora Stefanelli
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Giovedì 2 Giugno 2022, 08:50

ANCONA - Cinquanta metri di scarabocchi, guano di piccione e muri scrostati: è questo il panorama desolante che si staglia imboccando i portici di piazza Cavour. Quella che potrebbe essere una delle passeggiate più eleganti e suggestive del centro, proprio come in altre città d’Italia, vedi Bologna, è rovinata dal lerciume sparso agli angoli del pavimento e sopra i lucernai ormai ingrigiti dal tempo e dallo smog.

Le scritte fatte con il pennarello non si contano, altrettante quelle con la bomboletta spray: qui i vandali imbrattatori danno sfogo alla loro “vena artistica”. 

Le scritte 

Si va dagli insulti più beceri rivolti a dei destinatari sconosciuti come: «Vite insignificanti, togliete l’aria alla vita e fate schifo», alle tag in corsivo fatte da un certo «Quish» che ha pensato di spalmare la sua firma su ben cinque colonne dei portici, una per ogni lettera del suo nickname. L’imbrattamento risale al 2019. Per farlo a suo tempo aveva scelto delle tinte forti come il blu, il nero e il giallo ma oggi, con il muro scrostato, il colore sbiadito e la sporcizia incrostata sopra, il colpo d’occhio è penoso. 
Non si salva neppure la cassetta delle lettere per imbucare qualcosa di ultra vintage come le cartoline.

Anche lei ormai è completamente scarabocchiata e degradata. Sfondata e mai risistemata anche la bacheca per appendere gli annunci o i volantini. Attraversando la strada, poi, si trova la pensilina dove attendere l’autobus: anch’essa è coperta di scritte. Uno scarabocchio incomprensibile si trova persino sotto la targa dello studio legale al civico 2, quello che ospita, tra i vari associati, anche il sindaco Valeria Mancinelli. «La situazione è questa da anni», ribadiscono gli operatori della zona, «se uno fa da solo bene, altrimenti si arrangia». Ed è così che i commercianti del posto cercano di salvaguardare ognuno il proprio spazio. Fanno quello che possono, almeno per quanto riguarda la pulizia e il problema impellente del guano dei piccioni. Tra loro c’è Stefano Paolinelli, il titolare della pizzeria Da Sante in piazza Cavour, che da tempo ha comprato e installato davanti alla porta della sua attività un dissuasore ad ultrasuoni. Grazie ad una frequenza disturbante si tengono lontani volatili (ma anche roditori) che potrebbero aggirarsi vicino ai tavolini dove siedono i clienti a mangiare. Nonostante questa sia una zona a suolo pubblico calpestabile per intraprendere una qualche tipo di azione congiunta bisognerebbe accordare tre condomìni diversi. Impresa non facile a quanto pare. Orsolina Tiranti della storia edicola sotto i portici che fa angolo con corso Mazzini si è fatta aiutare da un operaio per passare l’antiruggine al chiosco e ha ripitturato di verde la serranda che tempo addietro era stata presa d’assalto dai vandali. Per dimostrarlo tira fuori il cellulare mostrando un prima e dopo del lavoro. Insomma, i writers irriducibili non trascurano neppure un angolo di questa zona. Non appena vedono uno spazio libero colpiscono con spray o pennarello. E poco importa se, come per il muro della libreria Fogola, qualcuno ha perso ore e speso fatica per ripulire le brutture. Basta una ragazzina annoiata in vacanza con gli amici in cerca di un briciolo di notorietà per distruggere tutto. Ma le firme non sono soltanto qui. Dal Passetto alla Galleria Dorica la città ormai è preda dei teppisti che si divertono a imbrattare e rovinare i beni pubblici. Sono arrivati anche alla Galleria Dorica dove le colonne, ripulite dopo decenni che non accadeva, sono state nuovamente marchiate con i pennarelli. 

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