ANCONA - Bivacchi, piccioni e vandali. Le ferite di piazza Cavour non si rimarginano. A cinque anni dal maxi restyling, i vecchi problemi sono tornati a galla. Anzi, sono peggiorati nella loro gravità. Marciapiedi distrutti, panchine trasformate in lavagne per writers, muri imbrattati e le aiuole divenute delle pattumiere a cielo aperto. Un pessimo biglietto da visita per i turisti, ma anche per chi, ad esempio, vorrebbe fare shopping o mangiarsi un pezzo di pizza sotto i portici, senza l’incubo di vedersi piovere addosso il guano dei piccioni appollaiati sui lampadari o sui capitelli delle colonne.
Il degrado
«Le pare normale che chi siede ai nostri tavolini sia costretto a tenere sempre lo sguardo fisso verso l’alto, per paura che gli cadano addosso gli escrementi?» chiede Stefano Paolinelli della Pizzeria centrale Da Sante. «Qui è tutto sporco, puliscono poco e nemmeno usano il disinfettante, non si sa bene per quale motivo.
I vandali
«Siamo arrabbiatissimi - dice Linda Censi dell’ottica Arabi -. Sembra che tutelino più i piccioni che noi commercianti. L’impatto è tremendo. In qualunque altra parte d’Italia saprebbero sfruttare meglio una piazza così bella: invece qui è considerata solo come un luogo di passaggio. Tolta la ruota panoramica, non c’è nulla, nemmeno zone d’ombra per sdraiarsi a leggere un libro o fare un pic nic. Per non parlare dei ragazzini. Il sabato pomeriggio è un disastro: arrivano a frotte, si siedono davanti all’ingresso del mio negozio a chiacchierare e a bere, senza pensare che così scoraggiano i clienti ad entrare. Sarò esagerata, ma quando vedo le brutte mi chiudo a chiave qui dentro e non voglio sapere niente». Anche perché, proprio accanto all’ottica, ad agosto tre quindicenni erano stati rapinati da un paio di ragazzi di colore, poi rintracciati e denunciati dalla polizia, mentre mangiavano un kebab. «C’è da avere paura, ma al di là dei teppisti è tutta questa sporcizia che ci fa star male: quando cancelleranno quelle oscenità dai nostri portici?», si chiede Lina Tiranti dell’Edicola 2020. I maleducati sono ovunque. Poche panchine sono state risparmiate dall’assalto dei writer che con pennarelli neri hanno sfregiato il marmo bianco per scrivere dediche d’amore, parolacce, frasi senza senso. A terra, cartacce, bottiglie di birra, avanzi di cibo e resti di bivacchi notturni. Eppure i cestini dell’immondizia ci sono. Quel che manca è un bagno pubblico: c’è chi pensa a una petizione per richiederli. Possibile che nessuno ci abbia pensato nel milionario restyling del 2016?