L'horror infinito del PalaVeneto, covo di bulli e spacciatori: «Per quanto tempo sarà così?»

L'horror infinito del PalaVeneto, covo di bulli e spacciatori: «Per quanto tempo sarà così?»
L'horror infinito del PalaVeneto, covo di bulli e spacciatori: «Per quanto tempo sarà così?»
di Stefano Rispoli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Febbraio 2022, 06:00

ANCONA  - Quattro anni per voltare pagina. Ma che ne sarà del PalaVeneto da qui al 2026, quando il Comune conta di riportarlo all’antico splendore? I residenti ci sperano, ma hanno smesso di credere nei miracoli. «Chissà quanto tempo passerà davvero prima di rivedere il palazzetto pieno di gente», sospira Paolo Vignoni della Tabaccheria Barca di via Veneto.

Fino a quando il palas, inaugurato nel 1968, non ha chiuso i battenti, era tutta un’altra storia. «Ogni fine settimana facevamo il pieno di clienti, tra società sportive e spettatori.

Ora questa zona è morta, anche perché sono state chiuse tre scuole e le attività rimaste si contano sulle dita di una mano». 

I ricordi 

C’era una volta il PalaVeneto, teatro delle imprese compiute dalla Stamura Basket e dalla Yoghi Ancona, arrivata ai vertici del volley mondiale e capace di ospitare i mondiali di pallavolo del 1978 e la Coppa del Re di Svezia, con in campo grandi tennisti come Panatta, Pietrangeli e Barazzutti. 
Ci si commuove a sfogliare l’album dei ricordi, pagine ingiallite di un’epoca che non c’è più, soppiantata dal degrado assoluto che ha assalito il vecchio palazzetto, un pezzo di cuore della città e ora buco nero a due passi dal centro. Il Comune ha catturato 6 milioni dal bando Rigenerazione urbana e così conta di farlo rinascere. Ma intanto il palas si è trasformata in una eco-bomba: prima l’amianto sul tetto, rimosso con un’opera di bonifica attesa da anni. Adesso i rifiuti che sommergono la struttura, insieme alla vegetazione incolta nella quale si nascondono ragazzini intenti a sballarsi di spinelli sotto le finestre delle case. 

La discarica

«Hanno perfino recuperato dalla spazzatura uno sgabello e una sedia a dondolo che hanno posizionato davanti a una delle uscite di sicurezza - racconta un residente -. Ma i primi incivili sono quelli che abbandonano di tutto per strada: ormai il palazzetto dello sport è diventato una discarica». Basta percorrerne il perimetro per rendersene conto: bottiglie rotte, rifiuti, cicche di sigarette, lattine. A terra, negli angoli e sotto le scalinate, c’è di tutto.
«Guardi quel pavimento, è ricoperto da escrementi di piccioni e ci fosse qualcuno del Comune che viene a pulire» interviene la signora Anna dal balcone, mentre ci vede scattare foto allo scempio. «Per fortuna hanno messo una telecamera che riprende il parcheggio: qui fino a poco tempo fa era pieno di ragazzini che ne combinavano di tutti i colori, per non parlare degli sbandati che entravano dentro il palazzetto». Il Comune ha provveduto a sbarrare per l’ennesima volta tutti gli accessi, eppure c’è chi in qualche modo riesce ad intrufolarsi nella pancia del palas: sono clochard o giovani in cerca di privacy per i loro festini improvvisati a base di droga e alcol, organizzati nel vano caldaie, accanto a ciò che resta della vecchia piscina. Sono gli stessi che poi si divertono a giocare al tiro al bersaglio contro le finestre dell’ex Ipsia, preso a sassate, o a picchiarsi selvaggiamente, com’è successo l’estate scorsa dalle parti di via Novelli, dove un giovane è stato accerchiato e preso a pugni da altri tre per uno sgarro legato a una bustina di “fumo”. 
«Adesso il problema sono i rifiuti - ci spiega il signor Marco -. Questa parte di Ancona si avvicina molto a Calcutta: è scandaloso che la gente, invece di utilizzare i cassonetti, butta l’immondizia a terra, ma è ancora più grave il fatto che nessuno provvede poi alla pulizia né a tagliare la vegetazione che ci sta sommergendo». 

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