L'ex stazione marittima di Ancona è un hotel per clochard: bivacchi di disperati, ma molti non vogliono aiuto

Bivacchi all'ex stazione marittima
Bivacchi all'ex stazione marittima
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Lunedì 28 Dicembre 2020, 06:05

ANCONA - Una ventina di coperte, alcuni materassi, avanzi di cibo e capi di abbigliamento quanto basta per ripararsi dal freddo della notte. Benvenuto nell’hotel sotto le stelle con vista porto, l’albergo esclusivo dei clochard. La suite dei poveracci è la Stazione Marittima, con affaccio sullo scalo, diventata un ricettacolo di sbandati e senza fissa dimora alla ricerca di un posto dove trascorrere la notte.

Da queste parti le luci di Natale, gli addobbi, i piatti tipici della tradizione marchigiana non sono arrivati, anche se non sono mancate le donazioni da parte di un gruppo di anconetani che proprio alla Marittima hanno portato pandori e torrioni per scaldare le serate di questi poveri disperati. 


A dormire al porto sarebbero una ventina di persone peraltro in una delle zone più umide della città, a pochi metri dal mare.

Una situazione piuttosto critica che di certo non è sfuggita ad Emma Capogrossi, assessore alle Politiche Sociali per il Comune di Ancona. «Secondo le indicazioni raccolte anche dagli operatori del Servizio di Strada, alla Marittima dormo una ventina di persone, per lo più somali. Chi ipotizza che il Comune di Ancona abbia voltato le spalle a queste persone dovrà rivedere la propria posizione. Alcuni di questi soggetti arrivano da comuni vicini dove a causa del Covid 19 sono stati chiusi dei centri di accoglienza. Altri arrivano da province limitrofe, ma ci sono anche persone in transito nel capoluogo di regione». Aggiunge la Capogrossi: «Noi rispetto ad altre realtà abbiamo la possibilità di ospitare queste persone in una pensione che si è aggiudicata la gara di appalto. Sembrerà strano ma ci sono posti ancora disponibili per accogliere chi è in difficoltà».

E proprio la burocrazia sembra mettere i bastoni tra le ruote nella catena dell’accoglienza. «Per poter dare vitto e alloggio a queste persone abbiamo bisogno del certificato di protezione internazionale e il foto segnalamento che viene rilasciato dalla Questura. I clochard per ottenere tali documenti e accedere al servizio devono andare negli uffici della Questura di Ancona. Diversamente non possiamo procedere alla loro accoglienza. Vorrei anche ricordare che non tutti accettano il nostro aiuto e preferiscono dormire in strada magari assieme ad altre persone con le quali condividono i problemi».

Una cosa è certa: l’accoglienza di questi sbandati e senza fissa dimora a volte richiede un lavoro certosino dietro le quinte, come conferma lo stesso assessore alle Politiche Sociali. «Il primo contatto sul territorio è del Servizio di Strada i cui operatori poco alla volta riescono ad avvicinare queste persone. In un secondo momento anche in base alle informazioni raccolte interveniamo noi del Comune». 


Prosegue la Capogrossi. «Avvicinare questi soggetti e conquistarne la fiducia a volte non è una cosa semplice. Nei giorni scorsi siamo riusciti grazie al Servizio di Strada ad avvicinare una ragazza che dormiva dalle parti della Cattedrale di San Ciriaco ed ora si trova alla pensione Cantiani che si è aggiudicata il bando emesso dal Comune. In questa struttura abbiamo camere doppie e anche singole che ci permettono di poter effettuare eventuali quarantene in caso di nuovi arrivi. Alcuni posti sono disponibili ma occorre essere in regola per accedere alla struttura».

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