La crisi del Covid frena le separazioni e i divorzi: «I costi sono troppo alti». Ecco tutti i dati del 2020

La crisi del Covid frena le separazioni e i divorzi: «I costi sono troppo alti»
La crisi del Covid frena le separazioni e i divorzi: «I costi sono troppo alti»
di Federica Serfilippi
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Martedì 30 Marzo 2021, 06:55

ANCONA  - Gli effetti della crisi economica portati dalla pandemia? Si vedono anche sul fronte delle separazioni e dei divorzi formalizzati in tribunale. È una chiave di lettura, quella della contrazione lavorativa e della recessione, per interpretare il calo delle “coppie scoppiate” nel 2020 rispetto all’anno precedente.

Per esempio, nel 2019, stando ai dati forniti dal palazzo di giustizia, le separazioni iscritte erano state 607, quelle definite 760 (numero legato anche agli strascichi portati dall’anno precedente: cause iscritte nel 2018 ma concluse nel 2019).

Nel 2020, i procedimenti iscritti sono stati 530 (-77) e quelli definiti 482 (-278). Per quanto riguarda, invece, i divorzi: nel 2019, ne erano stati iscritti 410 e portati a termine 531. Nel 2020, sono stati rispettivamente 377 (-33) e 395 (-136). 


Dunque, è chiaro che nel 2020 ci sia stata una drastica diminuzione del numero di coppie sposate che, almeno formalmente, hanno deciso di prendere strade diverse. Eppure, la percezione – a causa del lockdown e delle convivenze forzate – sembrava essere opposta. «Quelli diramati dal tribunale – afferma l’avvocato Andrea Rossolini – sono dati che non mi stupiscono, dato che sono in linea con l’attività del mio studio. Di base, sulla diminuzione di divorzi e separazioni ha inciso la crisi economica e l’incertezza sul futuro. Dividersi vuol dire mantenere due case, due mutui, due utenze differenti: chi vuole fare questo passo in questo momento ci pensa bene. Chi, invece, aveva preso questa decisione prima del lockdown, è andato avanti. Il problema è che in un tale contesto di incertezza aumentano le separazioni di fatto con coniugi che continuano a vivere sotto lo stesso tetto: questo può portare a lungo andare un aumento della violenza domestica. Rispetto al 2019 i Codici Rossi sono aumentati».

«C’è un’incertezza enorme – sostiene il legale Marco Chiarugi – soprattutto dal punto di vista economico che ha probabilmente inciso sulla decisione delle coppie ormai separate in casa di rimanere a vivere insieme. A maggio, con la fine del lockdown, ho ricevuto moltissime chiamate di coppie che volevano separarsi: solo in pochi hanno poi formalizzato la scelta. È prevalsa la razionalità, soprattutto di coloro che hanno deciso di portare avanti la separazione consensuale e non giudiziale. Ho notato inoltre che in molti, dopo la separazione, sono tornati a vivere con gli anziani genitori». 


«Dati in flessione? Io attualmente avverto un trend diverso - dice l’avvocato Marina Magistrelli - anche se va tenuto conto che le separazioni avvengono dopo un lungo travaglio e il tentativo disperato di rimettere insieme i cocci. A volte, si concretizzano dopo mesi o anni. Probabilmente, gli effetti più incisivi della pandemia sulle separazioni, sui divorzi e sulle convivenze li vedremo in un prossimo futuro. Negli ultimi mesi ho visto situazioni più difficili e coppie maggiormente esasperate, in cui il tentativo di superare le problematiche ha coinciso con la situazione che ciascuno sta vivendo a causa della pandemia». 

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