ANCONA - Un fascicolo aperto in procura e ancora tante domande senza risposta. Una su tutte: il professor Michele Mariani si sarebbe potuto salvare con un’assistenza sanitaria tempestiva? La salma del 56enne, originario di Amandola ma da tempo residente ad Ancona, è ancora all’obitorio dell’ospedale regionale.
La scoperta
È a Torrette da venerdì, quando il corpo senza vita dell’architetto e docente di educazione artistica della scuola media Marconi è stato trovato nel suo letto, nell’appartamento di via Fratelli Zuccari in cui viveva da solo. La procura non ha disposto alcun accertamento sul cadavere del 56enne. E non è detto che lo faccia. Il fascicolo, infatti, è stato aperto da prassi, per contenere gli atti inviati dal medico legale, intervenuto con i poliziotti per constatare il decesso. L’indagine scatterebbe nel momento in cui familiari o amici dovessero presentare un esposto. A quel punto, l’esame autoptico rappresenterebbe un passo necessario per cristallizzare le cause della morte del prof.
Stando a quanto riferito dai parenti del 56enne ad alcuni amici, Mariani sarebbe stato sottoposto dal personale sanitario al tampone post mortem, con esito positivo.
A lanciare l’allarme, lo scorso venerdì, è stata una sua carissima amica che, dal pomeriggio precedente, non aveva più notizie del professore, in passato insegnante anche all’istituto comprensivo di Falconara Centro. «L’ho sentito verso mezzogiorno di giovedì – racconta – e ho percepito che ansimava. Non respirava bene: poco prima aveva fatto le scale del palazzo per prendere nell’atrio le medicine prescritte dal suo dottore che mio marito gli aveva portato. L’ultimo a sentirlo è stato un suo cugino, prima dell’ora di pranzo». Poi Mariani si è steso a letto ed è morto. Il decesso, dunque, risalirebbe al pomeriggio di giovedì 4 marzo.
I dubbi
Il giorno prima si era recato al punto tamponi di piazza d’Armi: «Ma la prenotazione che gli aveva fatto il medico non risultava al personale e, quindi, dopo due ore di fila è tornato a casa. Ha richiamato il medico di base, con cui ha avuto difficoltà a mettersi in contatto, per una seconda prenotazione fissata per l’8 marzo». Ma all’appuntamento il prof Mariani non è arrivato. «Aveva febbre – continua l’amica – gola secca e dei singulti. Gli chiedevo: ma cosa hai? E lui rispondeva genericamente che era la malattia. Era preoccupato per il tampone tardivo e soffriva per l’ansia di dover stare a casa da solo». In casa, aveva anche il saturimetro: i valori si assestavano attorno al 90% (ipossia moderata, ndr). Mariani soffriva di ipertensione.