Morto in casa dopo il tampone negato, la procura ha aperto un fascicolo sul decesso del prof Mariani

Morto in casa dopo il tampone negato, la procura ha aperto un fascicolo sul decesso del prof Mariani
di Federica Serfilippi
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Martedì 9 Marzo 2021, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 19:46

ANCONA - Un fascicolo aperto in procura e ancora tante domande senza risposta. Una su tutte: il professor Michele Mariani si sarebbe potuto salvare con un’assistenza sanitaria tempestiva? La salma del 56enne, originario di Amandola ma da tempo residente ad Ancona, è ancora all’obitorio dell’ospedale regionale. 

 
La scoperta 
È a Torrette da venerdì, quando il corpo senza vita dell’architetto e docente di educazione artistica della scuola media Marconi è stato trovato nel suo letto, nell’appartamento di via Fratelli Zuccari in cui viveva da solo. La procura non ha disposto alcun accertamento sul cadavere del 56enne. E non è detto che lo faccia. Il fascicolo, infatti, è stato aperto da prassi, per contenere gli atti inviati dal medico legale, intervenuto con i poliziotti per constatare il decesso. L’indagine scatterebbe nel momento in cui familiari o amici dovessero presentare un esposto. A quel punto, l’esame autoptico rappresenterebbe un passo necessario per cristallizzare le cause della morte del prof. 
Stando a quanto riferito dai parenti del 56enne ad alcuni amici, Mariani sarebbe stato sottoposto dal personale sanitario al tampone post mortem, con esito positivo.

I dati anagrafici del docente finora non sono stati inseriti nel consueto bollettino dei decessi indicati dalla Regione.

A lanciare l’allarme, lo scorso venerdì, è stata una sua carissima amica che, dal pomeriggio precedente, non aveva più notizie del professore, in passato insegnante anche all’istituto comprensivo di Falconara Centro. «L’ho sentito verso mezzogiorno di giovedì – racconta – e ho percepito che ansimava. Non respirava bene: poco prima aveva fatto le scale del palazzo per prendere nell’atrio le medicine prescritte dal suo dottore che mio marito gli aveva portato. L’ultimo a sentirlo è stato un suo cugino, prima dell’ora di pranzo».  Poi Mariani si è steso a letto ed è morto. Il decesso, dunque, risalirebbe al pomeriggio di giovedì 4 marzo. 

I dubbi
Il giorno prima si era recato al punto tamponi di piazza d’Armi: «Ma la prenotazione che gli aveva fatto il medico non risultava al personale e, quindi, dopo due ore di fila è tornato a casa. Ha richiamato il medico di base, con cui ha avuto difficoltà a mettersi in contatto, per una seconda prenotazione fissata per l’8 marzo». Ma all’appuntamento il prof Mariani non è arrivato. «Aveva febbre – continua l’amica – gola secca e dei singulti. Gli chiedevo: ma cosa hai? E lui rispondeva genericamente che era la malattia. Era preoccupato per il tampone tardivo e soffriva per l’ansia di dover stare a casa da solo». In casa, aveva anche il saturimetro: i valori si assestavano attorno al 90% (ipossia moderata, ndr). Mariani soffriva di ipertensione.

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