Il Pronto soccorso rischia di ingolfarsi: mancano i medici per affrontare l'emergenza Coronavirus

Il Pronto soccorso rischia di ingolafarsi: mancano i medici per affrontare l'emergenza Coronavirus
Il Pronto soccorso rischia di ingolafarsi: mancano i medici per affrontare l'emergenza Coronavirus
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 10:56

ANCONA  - Pronto soccorso e Medicina d’urgenza sotto stress, il personale è in burn-out: servono nuove forze per affrontare l’emergenza Coronavirus. Per questo la direzione generale di Torrette ha indetto un bando interno per selezionare medici, già assunti a tempo indeterminato dagli Ospedali Riuniti, da assegnare al reparto Covid 1/B, il settore subintensivo dedicato ai pazienti infettati dal virus e allestito all’interno della Sod di Medicina interna, d’urgenza e subintensiva del dipartimento di Emergenza. 

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L’iniziativa è del dottor Aldo Salvi, primario del Pronto soccorso, ed è finalizzata ad integrare con urgenza l’organico in modo da garantire un’adeguata turnazione durante il weekend e far respirare chi in questi mesi ha lavorato intensamente, giorno e notte, senza pausa. L’obiettivo è reperire dirigenti medici, con diversi livelli di skill, da mettere a disposizione del reparto Covid 1/B che gestisce una ventina di posti letto di sub-intensiva. Fermo restando che l’emergenza al Pronto soccorso è dettata non tanto dai pazienti contagiati dal virus, che in media rappresentano un 30% degli accessi del periodo, ma soprattutto dal resto dell’attività ordinaria, che compone un 70% del totale. 

La difficoltà è proprio questa: mantenere alta l’offerta per le patologie non Covid e, al contempo, dare una risposta alla crescita dell’epidemia. Contemperare i due aspetti non è semplice anche perché su Torrette aleggia sempre lo spettro della fase 3, quella che potrebbe comportare l’attivazione di 10 posti letto di terapia intensiva nella Divisione di Rianimazione (al momento Covid-free) e del reparto Cov-3 con altri 18 posti di semi-intensiva. Il prezzo da pagare sarebbe altissimo: un drastico taglio di 47 posti nei vari reparti e la riduzione del 50% delle sedute operatorie, che scenderebbero da 18 a una media di 10 al giorno. Al momento, la prospettiva affrontata dalla direzione sanitaria degli Ospedali Riuniti nel proprio piano pandemico resta un’ipotesi estrema, che però va tenuta in considerazione. Ma piuttosto che aprire nuovi reparti speciali, l’Azienda ospedaliera sta valutando di destinare altre risorse al Covid Hospital di Civitanova: un contributo aggiuntivo di anestesisti e infermieri (oltre ai 10 già messi a disposizione della struttura), più digeribile rispetto alla sottrazione di ulteriori spazi all’ospedale e all’ampliamento del numero dei contagiati da assistere. 

D’altronde, i numeri dei ricoveri per Covid confermano lo stato d’emergenza a Torrette: si mantengono sopra quota 100.

Ieri erano 101, distribuiti tra terapia intensiva (19), subintensiva (18), Malattie infettive (40) e reparto Cov-4 (24), senza considerare due pazienti “parcheggiati” nel pomeriggio al Pronto soccorso, in attesa di essere smistati. E ieri, purtroppo, si sono pianti altri tre morti. Si sono arresi alle complicazioni del virus un uomo e una donna di 77 anni, anconetani: il primo soffriva di altre patologie, la seconda no, oltre a un 60enne di Ascoli che era assistito all’ospedale regionale. 

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